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29 Apr [12:43]

Lo "Shield" voluto dalla FIA
divide i pareri dei piloti

Jacopo Rubino - Photo4

Abbandonato il progetto dell'Halo, è lo Shield l'alternativa scelta dalla FIA come sistema da sviluppare per la protezione della testa dei piloti in Formula 1. Shield appunto, che in inglese significa "scudo": viene già chiamato così quello che sarebbe un cupolino trasparente da posizionare di fronte all'abitacolo. Non si tratta però di un parabrezza avvolgente come era il cosiddetto "Aeroscreen", sperimentato nel 2016 proprio a Sochi dalla Red Bull.

Dopo la riunione dello Strategy Group tenutasi a Parigi martedì scorso, la Federazione ha subito sottolineato di voler effettuare i primi test in pista già durante l'anno. Secondo Auto Motor und Sport, il debutto potrebbe avvenire in occasione delle prove libere di Monza o di Singapore, quindi fra circa quattro mesi.

Nel paddock in Russia, intanto, i piloti si sono divisi. "A livello estetico questa soluzione sembra migliore rispetto all'Halo, anche se forse è meno sicura. Ma tocca alla FIA lavorare per individuare la cosa giusta", ha commentato Sergio Perez della Froce India. Favorevole Valtteri Bottas: "Credo sia importante proseguire nello sviluppo. Non avrei problemi a provare lo shield e capire quale visibilità offra. Credo sia un buon passo avanti rispetto a ciò che abbiamo ora". Dello stesso partito Daniel Ricciardo: "La prima impressione è buona, è positivo che si continui a lavorare sulla protezione della testa".

Il partito dei contrari, invece, annovera fra i più convinti Romain Grosjean: "Non sono stato un grande sostenitore dell'Halo e non lo sono nemmeno dello shield. La sicurezza è una priorità, ma non voglio nemmeno che cambi ciò che sono abituato a considerare Formula 1. Non voglio macchine chiuse". Parere analogo da parte di Daniil Kvyat e Max Verstappen. "Così siamo già protetti abbastanza l'aspetto delle auto dovrebbe rimanere lo stesso", ha dichiarato il russo, mentre l'olandese ha aggiunto: "Le macchine andrebbero lasciate come sono. La F.1 è fatta di vetture aperte, c'è sempre un po' di rischio".