26 Feb [16:53]
L'editoriale - Se la F.1 non vuole informare
L’editoriale di Massimo Costa
La settimana che si è conclusa da poche ore è stata piuttosto imbarazzante per il mondo della F.1. Al di là di ciò che hanno espresso i sempre interessanti test pre-campionato che si sono svolti sul difficile e selettivo tracciato di Montmelò, sono balzati all’onor di cronaca due aspetti forse secondari, ma che inquadrano bene come funziona il motorsport al massimo livello. La FIA ha imposto ai diciotto piloti di F.1 di non cambiare la grafica dei loro caschi, pena una sanzione pecuniaria. Con una F.1 che si sta sbriciolando giorno dopo giorno per via delle difficoltà economiche di tre squadre che vogliono soluzioni rapide dalla istituzione principale che governa le corse automobilistiche, ecco che il problema dei caschi sale al primo posto dei pensieri degli uomini FIA.
Lo fanno per il pubblico, dicono. Quello stesso pubblico che viene tenuto lontano dai paddock neanche avesse l’ebola, che non viene coinvolto o informato degli avvenimenti attraverso i social network, quello stesso pubblico che, se non paga per avere in casa la pay-tv, è costretto a vedere le corse del mondiale in differita, quello stesso pubblico che per sedersi in tribuna deve sborsare cifre da capogiro, impensabili considerando la crisi economica che attanaglia le famiglie. I caschi dunque, guai a cambiarne il disegno perché il Giovanni Rossi di turno potrebbe non capire più nulla nel vedere Vettel con un casco bianco in Australia, verde a Sepang e blu in Spagna. Forse pensano che il buon Giovanni sia anche un po’ stupido, non capace di leggere le sovraimpressioni delle classifiche e anche un po’ sordo nel non capire dalla voce del telecronista che quel pilota, sì, è proprio lui, Vettel, benché quel casco sia diventato verde. Cose da pazzi, insomma.
Come da pazzi è vedere come è stato gestito l’incidente di Alonso domenica pomeriggio, rapidamente trasformatosi in un caso misterioso. E non per la volontà di noi giornalisti, ma perché tra il team McLaren e il clan che circonda il pilota spagnolo, si è fatto a gara per non spiegare nulla agli addetti ai lavori e al solito pubblico, che dalle ore 13 di domenica praticamente non sa quale problema fisico abbia portato Alonso all’ospedale. E allora, via alle supposizioni, anche assurde. Alla gente della F.1 piace non informare, tenersi tutto per sé, atteggiamento che evidentemente li fa sentire molto importanti. Eric Boullier della McLaren ha avuto la forza di dire che di quell’incidente si è montato un caso esagerato.
Eccolo qua, tutta la colpa come al solito è della stampa. Che però per ore e ore non è stata minimamente informata di quel che è accaduto, quindi cerca di capirlo a modo suo mentre il pubblico su twitter chiede, fa domande, vuol sapere, ma il preistorico mondo della F.1 che si esalta per il Kers e la MGU-K si chiude nella sua grotta e chissenefrega di quel che vuole sapere la gente che ama gli idoli come Alonso.