24 Set [0:44]
L'editoriale - Monza è l’Expo del motorsport
L’editoriale di Stefano Semeraro
Ha vinto Hamilton? No, ha vinto Monza. Con quell'immagine finale del tappeto umano sparso sotto il podio della premiazione, arrivata al termine di un weekend di passione pura. Mister Ecclestone sta tirando sul prezzo, perché tanto è la grana che gli interessa: 25 milioni o addio GP. O la borsa o una vita di passione da soffocare in un attimo. Come ha fatto in Germania, in Francia, come sta tentando di fare nella sua Inghilterra. Nell'era dello sport business non ci si può scandalizzare più di tanto, se a chi decide fosse stato veramente a cuore lo sport – tutto lo sport – avrebbe dovuto/potuto pensarci prima. Adesso si tratta di limitare i danni, e il prezzo lo sanno tutti. Servono suppergiù una decina di milioni all'anno, la differenza fra richiesta e offerta, e a tirarli fuori dovranno essere il pubblico e/o i privati, i grandi imprenditori italiani. Altrimenti Bernie trasferirà senza esitare la data in qualche nuova destinazione esotica, priva di pubblico e di interesse reale ma dove il riccone/dittatore di turno è pronto a sborsare cifre enormi per farsi un po' di propaganda e poi lasciar marcire tutto una volta raggiunto l'obiettivo. In un bell'articolo apparso sul Corriere della Sera Dario di Vico ha spiegato che il GP di Monza non è una questione che riguarda solo gli appassionati di motori, o l'economia locale della Brianza, ma un'occasione e una risorsa anche per Milano, per la Lombardia, per l'Italia. La vetrina aperta su una delle nostre competenze più tradizionali, una sorta di Expo della meccanica applicata allo sport che apre i battenti ogni anno, e che non va abbandonata a se stessa. E' una questione di economia, di prestigio e di indotto economico, prima ancora che di passione. Forse lo hanno capito anche il governatore della Lombardia Maroni e il Premier Renzi, che in questi giorni sono andati a discutere con Ecclestone, assicurando poi, bevuto un caffè e scambiato un abbraccio con il Supremo, che si farà tutto il possibile per evitare il disastro; anzi, che il GP d'Italia è salvo “al 99 per cento” (Maroni dixit). Ce lo auguriamo, con la speranza che non siano le solite promesse di una politica che in questo Paese apprezza le corse soprattutto quando il traguardo è rappresentato da un'urna elettorale.