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GP AUSTRALIA
I PROTAGONISTI
Stefano Semeraro
La rincorsa è durata un anno, ma alla
fine a Woking ce l’hanno fatta. Dalla
macchina rifatta a inizio 2011, dopo un
inverno passato dietro al progetto sba-
gliato, alla rincorsa faticosa alle idee di
Adrian Newey, riprese in brutta copia
per evitare il disastro, fino alla MP4-27.
L’unica monoposto dell’anno – con la
Marussiae laHRT–amantenere integro
il nasino. Leconcorrenti con il profiloda
boxeur avrebbero dovuto fare mano
bassa, le diavolerie di Newey e le maga-
te di Ross Brawn stregare l’aerodinami-
ca, invece aMelbourne è spuntato il pro-
filo classico della McLaren. Pole con
Lewis Hamilton, vittoria di Jenson But-
ton con Lewis sul terzo scalino solo per
viadellasafetycaral37esimogiro,quan-
do i bibitari hanno azzeccato la mossa
facendo rientrare sia Sebastian Vettel
siaMarkWebber e piazzando il campio-
ne del mondo davanti ad Hamilton.
«Lewis lo avrei preso comunque», ha
digrignato il bicampione, chehaallonta-
nato con fastidio l’ipotesi che il dominio
della Red Bull sia ormai concluso.
«Quelli che dicono che siamo nellamer-
danonli capisco. Sesononellamerda io,
allora ci stanno in tanti». Anche Chris
Horner non ha esibito esattamente il
fair-play del perdente di classe: «Nonha
vinto la McLaren, abbiamo perso noi».
Martin Whitmarsh però, ci ha messo il
carico: «Avremmo dominato anche più
facilmente, se non avessimo sbagliato i
calcoli con la benzina». Touchè. Sarà,
come ha azzardato con un filo di cattive-
riaqualcuno, che“Siamotornatinell’era
delle macchine, dopo due anni passati
sotto il gioco delle lattine»? Divertente,
velenosa, ma probabilmente esagerata.
Lontano dalle stalle e vicino alle stelle
abita sicuramente Button. Nel pre cam-
pionato molti lo davano fra i più in for-
ma, qualcuno addirittura favorito, e il
Pilota che sorride ha dato ragione – per
ora – ai suoi tanti fans. Partenza spara-
ta e gara dominata con il gomito fuori
dall’abitacolo, controllando saggiamen-
te le gomme. Per Button è il terzo trion-
fo all’Albert Park. Sicuramente, già dai
prossimi due GP, su circuiti più proban-
ti, arriveranno conferme o rettifiche,
intanto lui se la gode. E si concede anche
di scherzare sopra la sua gara perfetta:
«Merito della stanza d’albergo, mi han-
no dato la stessa di quando avevo vinto
nel 2009 e nel 2010. Un successo impor-
tanteancheperchédellaMcLarensidice
che è brava a sviluppare la macchina
durante l’anno, ma che parte sempre
male, invece abbiamo smentito le previ-
sioni. Allo start in realtà ho sbagliato a
inserire troppo presto la seconda, ma
sono riuscito lo stesso a superare Lewis.
Poi con il DRS attivo ho gestito bene la
gara, la vettura è bilanciatissima e mi
sembrava di sognare. Però, occhio, che
la Red Bull quest’anno mi sembra più
forte in gara che in qualifica». Un bacio
a Jessica, un abbraccio a papà John
avvoltonell’UnionJack, Jenson speradi
non svegliarsi in fretta. Gli avversari
invece rosicano. Quelli esterni, come la
RedBull, che sullagrigliaha schierato in
maniera un po’ grottesca i meccanici
attorno alle vetture per evitare le spiate
dei rivali. E quelli interni, come Hamil-
ton, che dopo un anno tribolato ha tan-
tavoglia(forsetroppa?)di farvedereche
in McLaren il più veloce è sempre lui. E
per evitare di fare la fine che lui stesso
aveva fatto fare ad Alonso: quella del-
l’emigrante. «Non era la mia giornata, è
andato tutto storto», ha bofonchiato.
Perora, inperfettamediainglesec’èsolo
Button.