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Stefano Semeraro
Certi giorni, anche se la macchina non è la migliore, i migliori non ti
batteranno mai. Specie se ti chiami Fernando Alonso e di mestiere fai
il pilota, con una specializzazione in miracoli. Da due anni sono il
talento del bicampeon, la sua grinta, la sua classe cristallina che ten-
gono in piedi la barcollante fede dei ferraristi, messa a dura prova da
vetture nate storte e quasi impossibili da raddrizzare, da cilecche tat-
tiche, dalle fortune altrui e dalle sfighe di Felipe Massa. A tenere sve-
glia la speranza ci pensa Nando, nella (rara) buona e nella (frequen-
te) cattiva sorte, quindi non c’è pilota che meritava più di lui la vitto-
ria a Sepang, sotto il monsone che ha spezzettato il GP di Malesia e
trasformato la gara in una quiz imprevedibile che solo un solutore più
che abile come lui poteva risolvere.Lasciamo perdere l’ironia su una
F.1 che da qualche anno insegue la pioggia cambiando orari e latitu-
dini nel tentativo di salvare lo spettacolo con l’avanspettacolo, ma poi
cade nel burlesque perché sospende le gare quando la pioggia tanto
desiderata, alla fine, arriva. Sospendiamo un attimo il giudizio su tut-
to quello che c’è attorno per concentrarci su Alonso, l’uomo della piog-
gia, ma anche della provvidenza e di tutto il resto, capace di strappa-
re una vittoria che la F2012 per il momento proprio non ha nel moto-
re e nell’aerodinamica. Quella di Sepang è stata finalmente una gran-
de prestazione di squadra – pit-stop perfetti, strategia azzeccata – ma
senza un Alonso super non sarebbe mai «quagliata» così bene. Par-
tenza a razzo, da ottavo a quinto già sotto l’acqua, con le intermedie,
poi sulle medie a battagliare con Sergio Perez tenendo nel piede la
bilancia innata, perfetta, che gli consentiva di guadagnare secondi pre-
ziosi senza usurare troppo le gomme. Le disgrazie di Lewis Hamilton
e Jenson Button, il pit-stop sbagliato di Perez, il lungo del messicano
nel finale quando la Rossa sembrava a tiro della sorprendente Sau-
ber, sono stati regali per lo spagnolo. E’ vero, ma regali strameritati.
Prima del trionfo, gli uomini Ferrari avevano ricordato Marco Simoncelli