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FORMULA 1
ROMAIN GROSJEAN
LA
RESURREZI
Massimo Costa
E’ una bella storia. Forse unica nel mondo del motorsport. Un mondo
che raramente perdona e concede seconde chance. Romain Grosjean è
l’emblema della resurrezione. Ma che non è avvenuta per caso o per
raccomandazione. Lo svizzero con passaporto francese nel 2007 era
definito il nuovo Lewis Hamilton. E non a torto. Campione transalpi-
no della F.Renault nel 2005, entrato di diritto nel programma giovani
della Casa francese, campione della F.3 Euro Series nel 2007 dopo un
lungo duello con Sebastien Buemi, campione al debutto della GP2 Asia
e quartonellaGP2MainSeries del 2008, tutto sembravadivenutomale-
dettamente semplice per Grosjean.
La strada verso la F.1 era un’autostrada libera, la seconda stagione in
GP2 lo vedeva assoluto protagonista. Ma il ragazzo era cambiato, i suoi
modi timidi e gentili di inizio carriera col F.Renault 2.0 avevano lascia-
to spazio a una certa arroganza di fondo espressa con i suoi colleghi
piloti, con comportamenti in pista da chi si sente “arrivato”. E Grosje-
an è rapidamente giunto in fondo a quell’autostrada quando la Renault
lo ha chiamato in F.1 a stagione in corso, nel 2009, per rimpiazzare Nel-
son Piquet. Si era in pieno Briatore gate (ricordate?), con il brasiliano
che aveva raccontato la terribile combine per favorire Alonso e andare
a sbattere volutamente contro un muro. Grosjean in F.1 si è subito fat-
to mal volere dal team Renault, per l’arroganza e… anche per il look.
Capelli lunghi, vestiti ultra cool e un po’ ridicoli per un professionista.
Grosjean si sentiva parte del sistema, ma in quelle poche gare disputa-
te (sette) non ha fatto tremare il mondo e tantomeno il suo compagno
Alonso. Le ha prese di santa ragione, ha commesso vari errori.