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Guido Rancati
E’ stata una gara combattuta”, fa serio Paolo Andreucci a
bocce ferme. Una pausa per godersi gli sguardi sorpresi di
chi ha davanti e aggiunge: “Per una prova speciale e mez-
za lo è stata”. Dice bene, il garfagnino al quale la due gior-
ni del ponente ligure è servita per mettere il settimo sigil-
lo tricolore a una carriera difficilmente ripetibile: i dubbi
della vigilia sl sono dissolti davvero in fretta. Il tempo che
lui e gli altri protagonisti annunciati del Sanremo numero
cinquantaquattro si buttassero dietro le spalle i tredici chi-
lometri della prima prova speciale e già era chiaro che solo
un qualche evento sovrannaturale avrebbe rimesso in gio-
co Umberto Scandola, solo sedicesimo a una quarantina di
secondi dal leader per via di un bacio troppo focoso a un
guard-rail dopo una manciata di chilometri appena. Un’al-
tra manciata di minuti e anche quell’ultimo brandello di
incertezza rimasto era sparito. Con il veronese della Sko-
da relegato ancor più lontano dalla sosta fra Apricale e
Bajardo per sostituire di nuovo la stessa ruota e definitiva-
mente tagliato fuori dalla lotta al vertice, al pluridecorato
della Peugeot non restava altro da fare che sotterrare l’ascia
di guerra e macinare il tanto che ancora mancava alla fine
della gara ad andatura turistica per centrare l’obiettivo che
si era prefisso. E a Giandomenico Basso, più seguito che
inseguito da Jan Kopecky, era ampiamente sufficiente bat-
tere altri tre colpetti per ripagare con una bella vittoria chi
s’era battuto e sbattuto per permettergli di essere al via con
la Fiesta in versione Regional.
In agonia dopo il primo tratto cronometrato, in coma irre-
versibile dopo il secondo, l’incertezza è definitivamente
scomparsa dopo la magica Ronde in notturna. Anche per
la tregua meteorologica che ha azzerato pure quel po’ di
dubbi riguardo alla scelta degli pneumatici che avevano
caratterizzato il primo pomeriggio di gara. Avanti adagio,
allora. Quasi indietro, come dicevano i comandanti delle
navi in vista dell’attracco. Con il leader impegnato a gesti-
re un vantaggio incolmabile, il primo degli inseguitori
attento a non rovinare il miglior risultato che le scarpe a
disposizione gli consentivano, il terzo a non farsi sfuggire
un piazzamento solo sperato alla vigilia. E via elencando
fino a Ucci, quinto senza colpo ferire. Il fine, si sa, giusti-
fica i mezzi, e un titolo val bene stare in processione per un
giorno e mezzo.
L'ORDINE DI ARRIVO
SABATO 13 OTTOBRE 2012
1.
Basso-Dotta (Ford Fiesta Rrc) in 2.19'03"6
2.
Kopecky-Dresler (Skoda Fabia S2000) a 35"7
3.
Perico-Carrara (Peugeot 207 S2000) a 2'13"7
4.
Albertini-Scattolin (Peugeot 207 S2000) a 3'08"3
5.
Andreucci-Andreussi (Peugeot 207 S2000) a 3'55"5
6.
Breen-Nagle (Peugeot 207 S2000) a 5'00"2
7.
Turan-Zsiros (Ford Fiesta S2000) a 6'50"8
8.
Campadelli-Fappani (Citroen DS3) a 7'20"5
9.
Campana-De Castelli (Peugeot 207 S2000) a 8'07"0
10.
Vescovi-Guzzi (Renault Clio) a 8'18"9
Il campionato IRC
1.
Mikkelsen 136; 2. Kopecky 101; 3. Hanninen 93; 4. Basso 65; 5. Wiegand 53; 6. Avci 35; 7.
Consani 32; 8. Flodin 28; 9. Bouffier e Scandola 27.
Il campionato Italiano
1.
Andreucci 138; 2. Scandola 112; 3. Basso 75; 4. Perico 66; 5. Albertini 64; 6. Gamba 63; 7.
Campedelli 52; 8. Nucita 20; 9. Rendina 18; 10. Pajunen 14.
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