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FORMULA 1
RED BULL RB9
La nuova creatura di Newey si
è svelata al pubblico, ma ha
nascosto quelle che saranno
le novità progettate dal
sensazionale ingegnere
inglese. Il team diretto da
Horner non si nasconde ed ha
immutata fama di vittoria
nonostante i titoli iridati degli
ultimi tre anni
Stefano Semeraro
Non è una rivoluzionaria, ma si nasconde.
Si concede appena ai flash dei fotografi e
poi scompare di nuovo sotto il mantello,
come Zorro, in attesa di lasciare di nuovo
il segno in pista. La nuova Red Bull, la
nona di F.1 prodotta dal team di Dietrich
Mateschitz è stata presentata a Milton
Keynes prima dell’esordio in pista a Jerez
in un gioco di “vedo e non vedo”, mostro e
non spiego (troppo) da tutti i grandi per-
sonaggi della scuderia tricampeon del
mondo. Quello che tutti sono stati a senti-
re, ovviamente, è stato Adrian Newey,
insieme lo Shakespeare e il mago Merlino
del Circus. «La RB9 è una evoluzione – ha
spiegato il progettista inglese –, non una
rivoluzione, e la grande novità che ci tro-
veremo ad affrontare non sono tanto i
regolamenti, ma le nuove gomme Pirelli.
Le abbiamo testate in Brasile prima del
GP, ma non ci abbiamo ricavato granché
viste le condizioni di allora. La Pirelli ci ha
girato parecchi dati, ma solo al momento
di scendere in pista ne capiremo qualcosa
di più». La nuova nata, ancora in attesa di
battesimo da parte di Sebastian Vettel, è
comunque piaciuta al campione del mon-
do («è veramente bella, ma prima di darle
un nome dobbiamo conoscerci, io, lei e i
meccanici…») anche se mantiene in realtà
il muso a scalino che tanto ci ha orripilato
lo scorso anno, con una feritoia alta che
ricorda molto la Sauber (e infatti qualcu-
no ha già agitato l’ipotesi di una nuova spy-
story). Adotta la sospensione push rod, e
non quella pull rod scelta da Ferrari e