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1995
BENETTON FORD B195
1997/98
MCLAREN MERCEDES MP4/13
Al termine della stagione ‘97, preoccupata dalle prestazioni raggiunte in Formula 1 e di fronte all’impossibilità di stravolge-
re i circuiti, la Federazione decide di porre nuovamente mano ai regolamenti, per rendere più sicure le monoposto e al tem-
po stesso più incerte e combattute le gare. Questi meritevoli intenti si traducono in una serie di provvedimenti che stravol-
gono forma e dimensioni delle monoposto. Le carreggiare vengono ristrette di 10 centimetri per lato e soprattutto la FIA
decide di mettere al bando le gomme “slick”, rimpiazzandole con gomme “scanalate”: quelle anteriori hanno tre profondi
solchi, che diventano quattro sull’asse posteriore. Chi meglio di tutti interpreta le nuove regole è Adrian Newey, passato nel
frattempo dalla Williams, alla McLaren. Se esteriormente la MP4/13 non si discosta eccessivamente dalla macchina del 1997
(
musetto alto ed appuntito, fiancate più piccole e più rastremate, grandi deviatori di flusso dietro le sospensioni anteriori),
i segreti vincenti della stella d’argento si celano tutti sotto la carrozzeria e si tratta di segreti destinati a far scuola ed essere
ripresi dalla concorrenza nelle stagioni a venire. A partire dalla questione “zavorra”. Newey è infatti il primo progettista a
rendersi conto che, per assettare correttamente una vettura con carreggiate strette e gomme scanalate, occorre avere una
macchina decisamente sottopeso. In questo modo è possibile spostare la zavorra lungo l’asse longitudinale della monopo-
sto, a seconda delle necessità e delle caratteristiche del circuito da affrontare. Per ottimizzare ulteriormente il bilanciamen-
to del mezzo, Newey fa ricorso a sospensioni contrattive, che consentono alle McLaren si salire sui cordoli, senza scompor-
si. Questo cinematismo prevede l’uso di ammortizzatori verticali all’avantreno e un terzo ammortizzatore orizzontale, per
controllare il rollio e beccheggio, mentre sull’asse posteriore si conservano le classiche molle elicoidali. Ultimo segreto vin-
cente del progetto MP4/13 il 10 cilindri Mercedes. Per la prima volta nella storia della Formula 1 un motore da Gran Premio
(
che eroga 800 CV) pesa meno di 100 chili. Il risultato è possibile grazie all’utilizzo di materiali particolarmente sofisticati,
come il berillio, che trasformano i propulsori delle Formula 1in motori usa e getta, che non possono più essere revisionati
dopo l’impiego in un week-end di gara. La Formula 1 dei grandi costruttori ha colpito ancora....
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Nel 1995, dopo avere conquistato il
primo mondiale della sua storia, la
Benetton divorzia clamorosamente
dalla Ford e si accorda con la Renault,
per rimpiazzare gli 8 cilindri realizza-
ti dalla Cosworth, col V10 transalpino.
E i fatti danno nuovamente ragione a
Flavio Briatore, artefice di questa
ennesima scelta vincente. Dal canto
suo, la B195 è la tipica monoposto
anglosassone, pragmatica ed essenzia-
le. A differenza di quanto accade ad
esempio in casa Ferrari, dove ogni
anno le macchine vengono stravolte,
alla ricerca di una competitività che
non arriva mai, alla Benetton Rory
Byrne e Ross Brawn si limitano (si fa
per dire) a sviluppare un modello
base, senza apportare cambiamenti
traumatici. Nel caso della monoposto
del 1995, si parte dai concetti ispirato-
ri della B194, come il muso alto, la
grande ala anteriore a sbalzo, gli ampi
deviatori di flusso laterali e le fiancate
relativamente più piccole rispetto a
quelle della concorrenza, anche se nel
vanomotore dellamonoposto di Schu-
macher pulsa un 10 cilindri, teorica-
mente più ingombrante del vecchio
V8. A proposito del motore Renault,
sulla B195 di Schumacher e Herbert
quest’ultimo viene montato con una
leggera inclinazione per aumentare la
superficie dell’estrattore posteriore.
Altra caratteristica tecnica di rilievo
della B195, il complesso disegno del
retrotreno. Per recuperare la depor-
tanza persa con l’entrata in vigore del-
le nuove norme (nel 1995 la Federazio-
ne impone il fondo piatto “scalinato”)
gli aerodinamici della Benetton inglo-
bano parte del triangolo superiore del-
la sospensione posteriore in un ele-
mento carenante, che funge da vero e
proprio profilo alare aggiunto.