Pagina 36 - Italiaracing.net Magazine

36
ITALIANO RALLY
ADRIATICO
Guido Rancati
Tu chiamale, se vuoi, emozioni. La Fabia
con il numero 2 sulle portiere arriva davan-
ti al cartello d’ingresso dell’ultimo riordino
con un paio di minuti d’anticipo sulla tabel-
la di marcia e Umberto Scandola si concede
all’abbraccio dei suoi, del fratello Riccardo,
dei tecnici della squadra, di Alex Fiorio. Il
veronese comincia a realizzare di avercela
finalmente fatta a vincere anche sul campo,
ma riesce comunque a tenere a freno le lacri-
me. Nell’orgia di baci e abbracci, lui e Gillo
d’Amore sono gli unici a farlo. “Era ora”, but-
ta lì Umbi davanti amicrofoni e taccuini. Poi
ringrazia tutti quelli che hanno contribuito a
metterlo nella condizione di togliersi di dos-
so la scomoda etichetta dell’eterno battuto.
Parla di gara un po’ strana, racconta che
l’idea (vincente) di affrontare la poco sipida
kermesse iniziale con un set-up d’asfalto era
stata di Riccardo e del suo capo macchina:
Ero un po’ scettico – dice – in quanto non
avevo mai provato l’auto con assetto d’asfal-
to e gomme da terra, ma la loro convinzione
mi aveva convinto. Per fortuna…”.Già, anche
se i tabulati dicono che nei tre giri sulle tre
prove “vere” sulla terra marchigiana ha
comunque incrementato il suo vantaggio nei
confronti di Mauro Trentin e di Stefano
Albertini, il suo successo l’ha costruito pro-
prio nella gimcana di Osimo. Primo con otto
secondi di vantaggio su Sébastien Chardon-
net, otto e due su Albertini e dodici e sette su
Trentin, undicesimo tempo, ha potuto
affrontare il tanto che restava senza l’assillo
di andare a tutta. “E’ vero – ammette – ma
onestamente devo riconoscere che ci ho pro-
vato a mettere tutti dietro almeno un’altra
volta. Non ci sono riuscito perché il ritmo
impresso dai miei avversari è stato davvero
alto e, penso, anche perché non eravamo
molto a posto per affrontare al meglio que-
sto percorso”. Poi spiega che quando Rena-
to Travaglia gli era arrivato a un soffio, s’era
detto che sarebbe stato comunque il caso di
fare follie per occupare l’attico del podio:
Avevo una gran voglia di vincere, ma non
avrei rischiato di perdere l’occasione pas-
sare in testa alla classifica del campionato
solo per stargli davanti”.
Già, il campionato. Il terzo round stagiona-
le ha tutta l’aria di essere stato quello della
svolta definitiva: fuori presto Perico e, poco
dopo, anche Basso, Scandola ha preso il
pallino e si fa una gran fatica a vedere chi
potrebbe toglierglielo. Difficilmente, con
altri due impegni ravvicinati su quella ter-
ra che ama poco, il bergamasco. Ancor più
difficilmente il veneto uscito un po’
ammaccato dal violento impatto con un
albero secolare e, forse, definitivamente
convinto di combattere una guerra senza
speranze.
Stefano Albertini