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FORMULA 1
GP BELGIO
Ecco perché a Spa, Nico ha deciso che era
ora di cambiare registro, di mostrare che da
lì in poi, se voleva evitare di compromette-
re le proprie gare, anche Lewis doveva esse-
re pronto a cedere centimetri. Una pretesa
legittima, degna di un pilota che si sente
prima guida, ma purtroppo per lui Rosberg
ha sbagliato tutto: ha sbagliato i tempi,
attaccando quando le due Mercedes non
avevano ancora avuto tempo di costruirsi il
cuscinetto di sicurezza che le loro presta-
zioni avrebbero garantito, e ha sbagliato le
modalità dell'attacco. L'affondo a Les Com-
bes è infatti apparso poco più che velleita-
rio e la scelta di non rinunciare alla mano-
vra neppure quando era chiaro che Hamil-
ton aveva diritto di traiettoria, essendo
abbondantemente davanti, non l'ha certo
fatto apparire più forte agli occhi del pad-
dock e del team. Kevin Magnussen, con le
sue difese arcigne all'uscita della curva
Rivage, ha dato una buona dimostrazione
del tipo di manovra che permette a un pilo-
ta di crearsi la fama del "duro". L'attacco di
Rosberg, invece, è sembrato più una ripic-
ca da teenager e come tale è stato accolto
anche dal pubblico di Spa, che l'ha sonora-
mente fischiato sul podio.
L’AUTOLESIONISMO
DI ROSBERG
In realtà, al di là dei punti guadagnati in
classifica, lamossa di Rosberg è stata deci-
samente autolesionistica, perché ha fatto
passare in secondo piano l'ottimo lavoro
che il tedesco stava facendo ancora una
volta. In qualifica, su quella che Hamilton
considera la sua pista e in condizioni di
bagnato, generalmente ritenute terreno
ideale del britannico, Nico aveva battuto
Lewis ancora una volta, portando il con-
fronto sul 7 a 4 e mostrando per l'ennesi-
ma volta che chi sottovaluta il suo talento
sbaglia di grosso. Anche la sua gara, con
la rimonta dopo il danno all'ala che lo ha
costretto a una sosta supplementare, è
stata decisamente positiva, specialmente
tenendo conto che il suo assetto ad alto
carico era ideale per le qualifiche e per una
gara condotta in testa dall'inizio alla fine,
ma non per una corsa in rimonta in mez-
zo al gruppo. Una gran prestazione insom-
ma, passata decisamente in secondo pia-
no a fronte dell'accaduto.
HAMILTON NON CREDE IN
UNA PUNIZIONE AL RIVALE
Quello che sta accadendo, è inutile negar-
lo, sta anche rendendo sempre più difficile
il rapporto tra Hamilton e la squadra. Il
pilota di Stevenage, intervistato dal Guar-
dian, si è espresso con scetticismo sulla
possibilità che Rosberg venga punito dura-
mente dal team. "Mi sembra di essere con
le maestre ai tempi della scuola. Parlano,
parlano tanto, ma alla fine non fanno mai
nulla. Andrà così anche questa volta".
Lewis è anche decisamente infastidito per
come il team non abbia ascoltato le sue
richieste di ritiro, fatte per radio ancora pri-
ma di metà gara. Nel giro completato per
rientrare ai box dopo la foratura, infatti, i
brandelli del pneumatico avevano danneg-
giato pesantemente il fondo della sua W05,
rendendo di fatto inutile proseguire. "Non
sono uno che molla - ha detto il britannico
- se insistevo così tanto è perché avevo per-
so almeno cinquanta punti di carico e la
macchina non stava più in pista, si muove-
va troppo. Facevo fatica a recuperare sul-
la Lotus di Grosjean e anche una safety-car
non avrebbe cambiato nulla perché ero
troppo lento. Volevo risparmiare il motore,
visto che ne ho già uno in meno rispetto a
Rosberg".
IL DILEMMA
DI WOLFF
La palla adesso passa in mano a Toto
Wolff, che promette conseguenze per
Rosberg e l'arrivo di ordini di scuderia tas-
sativi per i piloti: "Ci piacciono le gare, sia-
mo prima di tutto appassionati ed avendo
due piloti che sono molto vicini in termi-
ni di prestazioni fino ad ora avevamo scel-
to di interferire il meno possibile. Ad oggi,
però, questa filosofia ci è costata punti
preziosi e non vogliamo passare per gli
idioti che a fine stagione si trovano con
niente in mano perché amano le corse e
hanno lasciato i piloti liberi di lottare".
Wolff ha ragione, anche perché con una
vettura che sembra ancora nettamente
superiore alla concorrenza un eventuale
fallimento sarebbe da accollare solo ed
esclusivamente a chi la squadra la gestisce
in pista. Il fatto che nonostante il vantag-
gio tecnico delle W05 ben tre delle ultime
sei gare siano state vinte da Daniel Ric-
ciardo è significativo e preoccupante. Tra
l'australiano e Rosberg ci sono infatti 74
punti, e con una Red Bull sempre più in
forma e il punteggio doppio di Abu Dhabi
non è il caso di vendere la pelle dell'orso
prima di averlo fatto fuori. Wolff è anche
consapevole dei mal di pancia di Hamil-
ton e ci tiene a rassicurarlo: "Fino ad oggi
abbiamo adottato la politica della lavata di
capo, del buffetto. Oggi quella politica ha
dimostrato i suoi limiti, evidentemente un
buffetto non è abbastanza. Se Lewis pen-
sa che Nico se la caverà con poco, non ha
idea delle punizioni che potremmo adot-
tare. Lo faremo, anche se non è questo il
luogo per discuterne". Non resta, quindi,
che rimanere in attesa per scoprire in qua-
le modo l'ira della Mercedes si abbatterà
su Rosberg. Di certo sarà difficile che la
situazione si raffreddi a Monza, dove gra-
zie alla potenza delle power unit create a
Brixworth la lotta per la vittoria dovrebbe
essere ancora una volta un affare in casa
Mercedes.
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