28 Dic [16:54]

Per la crisi nel Mar Rosso
slitta la 24 Ore di Dubai

Alfredo Filippone

Manca ancra l’annuncio ufficiale, ma Creventic, l’organizzatore della 24 Ore di Dubai, in programma il 13-14 gennaio prossimi, ha avvertito i concorrenti che la gara dovrà cambiare data e sarà probabilmente riprogrammata due settimane dopo, nel weekend del 26-27 gennaio.

A provocare il cambio è ovviamente la crisi in atto nel Mar Rosso, con i costanti attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen, con droni e missili, alle navi che transitano da e verso il Canale di Suez, e che ha messo a soqquadro il commercio internazionale, con le compagnie marittime costrette a dirottare le loro navi sulla rotta molto più lunga che circumnaviga l’Africa. Da qui il ritardo che ha colpito il porta container che trasporta le auto della 24 Ore di Dubai.

Ne risulta, però, un rebus logistico difficile da risolvere. La nuova data si sovrappone a quella delle 24 Ore di Daytona, concomitanza che impatta su molti piloti e addetti dei team impegnati sui due fronti, e che fa temere anche un grosso ritardo nel rientro delle vetture in Europa e il rischio di uno stravolgimento dei programmi di test pre-stagionali.

Creventic sta studiando la possibilità di un rientro via terra sino a Jeddah, a nord della regione problematica, per poi proseguire via mare attraverso Suez, o di un trasporto aereo, tuttavia molto più costoso (e a questo punto inevitabile per i team che avevano previsto di portare le macchine alla 12 Ore di Bathurst, in calendario il 17-18 febbraio, da Dubai).

Il trambusto rischia di far perdere un quinto della griglia alla 24 Ore di Dubai, mentre più al sicuro sembrano i due appuntamenti dell’Asian Le Mans Series (Dubai il 4 febbraio e Abu Dhabi l’11) visto che il grosso delle vetture impegnate nella serie giunge dalla Malesia, dove si era svolta la prima tappa a dicembre.

Ci si trova comunque in una situazione compilcata, dove lo spostamento di un solo tassello rischia di avere conseguenze su molti altri. Un aggravarsi della situazione geopolitica nella polveriera mediorientale, poi, porterebbe a scenari ancor più imprevedibili. Non va scordato che gli Houthi (pro-iraniani) si sono già resi protagonisti di attacchi agli eventi motoristici nella nemica Arabia Saudita (sostenitrice delle forze goverative in Yamen) in un passato recente, con un ordigno alla Dakar che ferì gravemente un concorrente francese, e razzi lanciati su Diriyah durante l’ePrix e su Jeddah durante il GP due anni fa.
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