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26 Mag [15:35]

Wolff: "Più circuiti difficili
e cittadini nel Mondiale F.1"

Massimo Costa

Giornata di riposo a Monte-Carlo. Come da tradizione, il GP di Monaco concede il venerdì agli incontri con gli sponsor, agli ospiti e... alle interviste. Toto Wolff si è concesso ai microfoni della stampa e tra le altre cose ha voluto ribadire ad Autosport un concetto che gli sta a cuore, ovvero avere circuiti che esaltino il talento dei piloti. E sicuramente, questo suo pensiero non rimarrà campato in aria, ma sarà portato agli organizzatori di Liberty Media.

"Il DNA della F.1 è quello di avere la migliore tecnologia con i migliori piloti seduti sopra un proiettile che devono provare a guidare. Il motorsport è vita, c'è tanta passione, tante emozioni nei confronti dei piloti e delle macchine, che coinvolgono tutte le generazioni. E questo l'ho capito in qualche maniera partecipando in Italia alla 1000 Miglia".

"Per guidare queste monoposto di F.1 serve coraggio e ne necessita di più su alcuni tipi di circuiti piuttosto che in altri. Non vogliamo correre su tracciati che sembrano dei parcheggi del supermercato. Quando anni fa capitava che un pilota sbagliasse una curva, poteva morire o rimanere ferito. Oggi, chi commette un errore in curva non ha alcun problema, gira largo e ritorna in pista. Ma questo non si verifica a Monte-Carlo, non a Spa, neanche a Monza e Suzuka. Ecco, quello che voglio dire è che la F.1 ha bisogno di circuiti dove la gente può individuare subito chi è il migliore".

"Monte-Carlo dove siamo questo weekend, è uno di quei tracciati che fanno la differenza. E ritengo che questa è la soluzione che dobbiamo perseguire. Il successo della Formula E è motivato dal correre in città. Quelle monoposto non sono spettacolari, ma in un contesto urbano sembrano veloci. E poi, tutti vediamo quanto un tracciato come Monte-Carlo attragga gli appassionati. Penso quindi che dovremmo allontanarci dai circuiti aeroportuali che non sono spettacolari. Posso sedermi su una monoposto di F.1 e guidare in uno di quei circuiti. Se mi date due settimane di allenamento, farò cento testacoda, ma studierò la telemetria, tutti i dati e forse alla fine andrò piuttosto veloce perché forse non c'è rischio. Ho esagerato? Magari dopo la 1000 Miglia mi sono montato un po' la testa", chiude scherzando Wolff.