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22 Giu [12:29]

Anteprima Alcaniz
Con Binder nel mirino

Massimo Costa

Questo fine settimana, con la quinta prova stagionale prevista sul circuito di Alcaniz, la World Series 3.5 affronta il giro di boa. Orfana dal 2016 della Renault che per 16 anni aveva organizzato e promosso la categoria, la 3.5 prosegue il suo cammino con le tradizionali Dallara-Gibson V8. Al secondo anno di gestione tutta spagnola, con la RPM di Jaime Alguersuari ora affiancata dalla nuova proprietà di Daentsu Aegis Network a dirigere le operazioni, il campionato presenta sei team per un totale di dodici vetture.

Poche, senza dubbio, ancor meno di quelle presentate nel 2016. Un passo indietro nonostante l’abbinamento con il WEC e la ELMS che avrebbe dovuto portare un crescente numero di iscritti. Non è stato così. Rimane il fatto che il numero delle squadre presenti è in linea con quello degli altri campionati europei come il FIA F.3 (cinque team) o la GP3 (sei formazioni), ma il problema è che nella 3.5 la regola che permette di ampliare il parco vetture a più di due come accade nelle suddette categorie, è stata varata troppo tardi.

Così, soltanto la RP Motorsport è riuscita ad allestire una terza monoposto, ma con un pilota in uscita dal Barone Rampante che così si è ritrovato con una sola Dallara. E si è rimasti a dodici iscritti. Le promesse di vedere in campo Comtec, ormai volatilazzatasi, o Durango, non sono state mantenute e allora ci si appresta ad affrontare la seconda parte stagionale con i soliti noti. Pochi, ma buoni, viene da dire perché in realtà la consistenza delle squadre presenti è di qualità e i piloti stanno offrendo un buon spettacolo. Con alle spalle le tappe di Silverstone, Spa, Monza e Jerez, rimangono da affrontare le corse ad Alcaniz, Nurburgring e le prove extra europee di Città del Messico, Austin e Sakhir.

Su un totale di otto corse disputate, cinque sono stati i vincitori. Tre i successi di Pietro Fittipaldi del team Lotus, due quelli del suo compagno René Binder, uno per Roy Nissany di RP Motorsport, Alfonso Celis di Fortec e Matevos Isaakyan di AVF. Tutto può ancora accadere e la classifica presenta i primi sei in graduatoria in piena corsa per la vittoria finale.

Il leader è l’austriaco Binder che conta 120 punti. Autore di una doppietta a Monza, il nipote dell’ex piota di F.1 Hans Binder (fratello del padre) ha concluso tutte le otto corse nella top 10 con un altro podio ottenuto a Spa, secondo in gara 2. Fittipaldi però, lo marca stretto ad appena 1 punto di distacco. Nonno Emerson sta seguendo suo nipote con attenzione dal Brasile, non vuole interferire con la propria presenza in pista che porterebbe scompiglio. Pietro ha tre vittorie all’attivo con un uno-due a Silverstone e il primo posto a Jerez gara 2. Il brasiliano ha anche il record di pole ottenute, ben sei su otto qualifiche (le altre due sono andate a Celis ed Orudzhev), ma i tanti errori in partenza hanno vanificato in più di una occasione l’esito finale delle sue corse. Anche Fittipaldi, come Binder, è andato a punti in tutte le gare svolte, un record che possono vantare soltanto i due piloti del team Lotus.

Il primo degli inseguitori è Nissany. L’israeliano ha due zero in casella, la prima frazione di Silverstone e l’ultima di Jerez, ma con la italiana RP Motorsport ha ben ingranato realizzando cinque podi con un successo a Jerez gara 1. Nissany vanta 106 punti, undici in più di Celis. Il messicano tester della Force India appare un poco altalenante e da lui ci si aspettava qualcosa di più che una sola vittoria, segnata a Spa gara 1, e due terzi posti. Considerando che il team Fortec è sempre stato uno dei migliori della serie, Celis avrà tempo per rifarsi nei prossimi appuntamenti.

Quinto con 92 punti troviamo Matevos Isaakyan. Il russo del programma SMP è col team AVF che nel 2015 ha vinto il titolo con Tom Dillmann, dopo un inizio complicato ha trovato la via per la vittoria nella seconda corsa di Spa e da quel momento ha sempre terminato tra i primi quattro. Poco dietro, con 85 punti, il suo compagno di squadra nonché connazionale Orudzhev. Sulla carta era il favorito per il titolo, ma ancora ha mancato di salire sul gradino più alto del podio. Ha concluso tre volte secondo e una volta terzo, ma per ora non basta.

Nettamente più staccato e primo dei debuttanti, Diego Menchaca, messicano della Fortec con 40 punti, gli stessi che conta un altro rookie, Nelson Mason del team Martin. Non sta rispondendo alle attese Yu Kanamaru della RP Motorsport mentre Damiano Fioravanti sta proseguendo il proprio apprendistato e i suoi migliori risultati sono due sesti posti. Non va dimenticata la presenza di Giuseppe Cipriani che con il proprio team Barone Rampante prosegue imperterrito, nonostante i 51 anni, a misurarsi con i giovani. Le sue prestazioni sono migliori rispetto al 2016 e sono già 8 i punti acquisiti: quattro volte al traguardo in top 10, il miglior piazzamento è l’ottavo a Monza gara 2.