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24 Feb [21:00]

La parola a Brawn: "La nostra F1
metterà lo spettacolo davanti a tutto"

Photo 4

Gli appassionati prima di ogni altra cosa. È questo il concetto che, per l'ennesima volta, Ross Brawn ha voluto ribadire in una intervista concessa ad Autosprint. "Dobbiamo produrre lo spettacolo motoristico più eccitante al mondo, ma per ottenere gare più divertenti dobbiamo cambiare alcune cose nel concetto delle monoposto e creare un ambiente economicamente più sostenibile per le squadre. Il concetto chiave che voglio introdurre è il controllo dei costi. La F1 è anche intrattenimento e quindi non vuoi la prevedibilità. Perché la F.1 è prevedibile? I team spendono una enormità di soldi per garantirsi l'affidabilità, dunque come possiamo creare sorprese? Il controllo dei costi è la soluzione per mettere un freno a tutto questo".

"I budget per correre in F1 negli ultimi cinque anni sono aumentati drammaticamente e solo poche squadre potranno permettersi di gareggiare in futuro. Il divario economico tra i top team e quello delle altre squadre si è ampliato a dismisura. Faccio un esempio: con la Mercedes che dirigevo, nel 2010 siamo finiti quarti spendendo un budget pari al 70 per cento di quanto spese la Red Bull per vincere il mondiale. Nel 2017, la Force India, quarta nella classifica costruttori come noi nel 2010, ha speso il 40 per cento di quanto aveva la Mercedes per vincere. Appena il 40 per cento. Capite come la forbice sia aumentata".

"Le colpe? I motori decisi sette anni fa dai regolamenti sono terribilmente complicati e i team spendono il doppio. Inizialmente l'ibrido sembrava una tecnologia eccitante, prometteva tanto progresso, poi ci si è resi conto che è estremamente costosa e non ha neanche una ricaduta sulla produzione stradale e sul futuro. Quindi offriamo la possibilità di ridurre i costi per le power unit. Se non facciamo niente, presto ci sarà solo metà schieramento al via dei Gran Premi. Non possiamo permetterci di perdere nessuno degli attuali costruttori di auto presenti in F1, ma dobbiamo anche creare un ambiente adatto ai nuovi team".

"Non vogliamo trasformare la F1 in una Nascar come teme Marchionne. Quello sì che sarebbe un disastro. Non vogliamo macchine tutte uguali, rispettiamo quindi l'originalità dei team di F1, ma come detto, siamo andati oltre. Vogliamo sfide tecniche, ma finanziariamente accessibili per trovare un giusto equilibrio per mantenere i costruttori. Motori aspirati? No, non ci torneremo e non crediate che costino poco. E poi i costruttori sono concentrati sui motori turbo, soltanto Lamborghini ha i motori aspirati al vertice della propria produzione di supercar".

"La Ferrari? Per adesso non hanno ancora una visione d'insieme dello scenario futuro. Si dibatte sui motori, sulle grid girls, su altri dettagli, ma quel che conta è il quadro generale della F1 che stiamo preparando. Bisogna vedere tutto il progetto completo, compresa la parte commerciale ed i risvolti che vi saranno per le squadre dal punto di vista finanziario. Comunque, noi vogliamo che la Ferrari rimanga, ma devono vedere il quadro completo prima di giudicare. Ci vorranno ancora alcuni mesi prima di presentare le proposte ai team. Il nostro progetto non è proiettato al 2019, ma su un piano quinquennale che partirà dal 2021, quello sarà l'anno della svolta con le nuove regole".

"I sorpassi non fanno necessariamente la spettacolarità di una corsa. Abbiamo dei tecnici che esaminano una quantità enorme di dati per capire come era la F1 prima e cosa gradiscono gli spettatori. E quindi, arrivare alla conclusione di cambiare quello che non piace. Puoi avere un GP con tanti sorpassi, ma se si superano per l'effetto del DRS non è divertente e spettacolare. La gente, e anche io, vuole duelli ruota a ruota. Il concetto è che non possiamo giudicare la spettacolarità delle corse dal numero dei sorpassi".

"Per ora il DRS resterà, ma per tempi brevi perché è una specie di cerotto per rimediare a un problema temporaneo. Oggi le monoposto di F1 hanno una aerodinamica impressionante e per come questa lavora, per un pilota è difficile seguire la macchina che ha davanti. Oggi una monoposto è talmente sensibile alla scia che viene disturbata da quella che precede anche quando si trova a due secondi di distanza. Si sente un drastico calo di performance. Possiamo provare a ridurre questo limite a un secondo e farebbe già una bella differenza per lo spettacolo".

"Tutta questa velocità in curva non è necessaria. La MotoGP gira 30 secondi più piano di una F1, eppure nessuno se ne preoccupa e l'intrattenimento è fantastico. Se noi risultiamo due secondi più lenti, non mi importa, lo spettatore non se ne accorge e le gare potrebbero essere più divertenti. Come mai sul bagnato vediamo corse sempre accese con i piloti che vanno anche 15 secondi più piano che sull'asciutto? Perciò, la velocità pura in assoluto non è la cosa più importante, lo è avere il pilota che guida sempre al 100 per cento del suo potenziale per tutta la gara e non si preoccupi di freni, gomme, motori. E le prestazioni devono essere più equilibrate per consentire ai piloti di talento di fare la differenza".