formula 1

Shanghai - Qualifica gara Sprint
La pioggia esalta Norris e Hamilton

Per la prima volta quest'anno, è arrivata la pioggia nel corso della qualifica, benché non quella che ha determinato lo s...

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Rally

Rally di Croazia – 1° giorno
Neuville-Evans chiudono a pari merito

Michele Montesano Il Rally di Croazia non ha deluso le aspettative. Gli asfalti veloci, tecnici e insidiosi hanno regalato un...

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World Endurance

Intervista a Claudio Berro:
“Le prime tre gare ci serviranno
per prepararci in vista di Le Mans”

Da Imola - Michele Montesano La sfida di Isotta Fraschini nel Mondiale Endurance prosegue senza sosta. La Casa italiana, su...

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indycar

Pourchaire debutta con McLaren
Sostituisce l'inforunato Malukas

Theo Pourchaire correrà con McLaren a Long Beach, nel terzo appuntamento dell'IndyCar 2024. Il francese, campione uscente...

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formula 1

Shanghai - Libere
Stroll guida la classifica

La Formula 1 è tornata in Cina. Sul bel circuito di Shanghai, che ha ospitato il Mondiale per 16 edizioni consecutive dal 200...

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FIA Formula 3

Test a Montmelò - 6° turno
Fornaroli e Trident chiudono al comando

Massimo Costa - Dutch Photo La sessone finale dei test collettivi della Formula 3 a Montmelò si è conclusa con due piloti del...

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8 Ott [15:49]

Il direttore di Silverstone attacca:
«Oggi la F.1 è un prodotto di m...a»

La Formula 1? «È diventata invendibile, un prodotto di m...». A sostenerlo non è un fan deluso, o uno sponsor indebitato, ma il direttore del circuito di Silverstone, Patrick Allen. Sotto accusa la noia infinita delle gare, compresa quella vinta nel circuito di casa dall'idolo britannico Lewis Hamilton, ridotte ad estenuanti (e spesso incomprensibili) partite a scacchi fra i tecnici, con i piloti traformati in meri autisti.

«I fan non vogliono vedere delle processioni», ha detto Allen all'Independent. «Come promoter posso promuovere solo ciò che mi viene dato, ma quando lo standard di qualità non è all'altezza la gente non lo comprerà. Mesi e mesi fa ho detto a Mr Ecclestone in persona che non posso vendere biglietti per un prodotto di m...a. Gli ho detto che la gente non viene in circuito per guardare un tizio che guarda uno schermo pieno di dati, ma vuole dei gladiatori che si battono. Nessuno vuol sentire dire ai piloti che devono sollevare il piede o mettersi da parte, o cose del tipo: “non prenderemo mai chi è in testa, consolida il secondo posto”».

Vendere i biglietti è una parte essenziale del piano di sopravvivenza dello sport, visto che anche attirando folle da record diventa sempre più difficile sostenere i costi dell'organizzazione di una tappa del mondiale. Anche Silverstone, come Hockenheim e Monza, è in crisi. Per pagare la tassa di iscrizione (16 milioni di sterline, oltre 21 milioni di euro) ha dovuto vendere alcuni terreni di sua proprietà, ma il rischio è che dopo il 2016 Ecclestone, come è successo in Germania e anche in Francia, non rinnovi il contratto.

«Sono sicuro che Ecclestone è il primo ad essere frustrato dalla situazione. Vendere qualsiasi cosa che non sia la massimo della qualità oggi è difficile, sfortunatamente il nostro prodotto non è al top. Io in passato organizzavo gare di moto: in MotoGp c'è un cambio in testa ogni due o tre giri, è uno spettacolo eccitante. In F.1, anche se è un inglese a vincere, già l'anno prossimo i fans si diranno: Hamilton li distruggerà tutti un'altra volta. La gente vuole delle gare vere». Il rimedio? «Tornare ai vecchi tempi, abolire i pit-stop, un pieno di benzina e via. Quando sei partito ti fermi solo con la bandiera a scacchi, e basta con le comunicazioni radio». Chissà se qualcuno, alla Fia o alla corte di Ecclestone, ha voglia di ascoltarlo davvero.