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20 Gen [0:22]

Luca Ghiotto

Antonio Caruccio

Luca Ghiotto prenderà parte al campionato 2015 della GP3. Una scelta a sorpresa quella del diciannovenne vicentino, che sembrava essere orientato verso la ripetizione della Formula Renault 3.5, ma che ha invece trovato nella Trident di Maurizio Salvadori la propria nuova casa. Una scelta dettata da fervide convinzioni, con il dichiarato obiettivo di vincere, non solo qualche gara, ma il titolo.

Come mai la scelta di correre in GP3?
“Ci sono tante ragioni che mi hanno portato a propendere per questa scelta. Sicuramente il budget ha avuto una rilevanza notevole, ma soprattutto è una motivazione sportiva. Voglio raccogliere dei risultati, delle performance di alto livello, e le volte in cui ho guidato la GP3, ho dimostrato di poterlo fare”.

Hai preso parte a tutte le sessioni di test collettivi e privati della Formula Renault 3.5, sembrava tu fossi intenzionato a ripetere l’esperienza. Cosa è cambiato?
“Avevo già pianificato le prove da mesi ed il mio obiettivo era quello di ripetere il campionato. Poi, è arrivata a sorpresa la chiamata di Trident per Abu Dhabi, e visti i risultati abbiamo iniziato a pensare all’opzione GP3. Parlando con il management della compagine lombarda ho avuto l’impressione di essere per loro il pilota di punta, e questa per me sarà una grande opportunità”.

Che giudizio daresti alla tua stagione 2014 disputata con Draco?
“È stato un anno mediocre. Ho fatto tanti errori, in partenza , al pit-stop… La maggior parte dei problemi è dipesa dalla mia inesperienza, mi accollo il 70% delle responsabilità in questo. Dovessi dargli un voto, penso sarebbe un cinque, con la prima gara che forse alza la media”.

Già lo scorso anno hai disputato qualche gara della GP3. Ti saresti aspettato di ottenere subito la pole a Spa?
“Penso che nessuno oggettivamente se lo sarebbe aspettato. Non avevo mai visto la macchina, ma mi sono trovato subito bene. Devo dire che aver debuttato a Spa-Francorchamps, una pista su cui sono sempre stato naturalmente veloce, e in condizioni di asfalto umido, su cui mi esalto, ha sicuramente aiutato. Questo mix di combinazioni ha fatto in modo che venisse azzerato il divario con gli altri, che nel migliore dei casi guidavano la macchina da inizio stagione”.

Hai continuato anche nella gara di casa a Monza. Lì però le cose sono andate in maniera un po’ diversa, che cosa non ha funzionato?
“Abbiamo avuto tanti problemi di set-up in qualifica ed avendola compromessa, di conseguenza anche in gara non c’era la possibilità di puntare al vertice. In più, rispetto al Belgio, avevo cambiato monoposto e tecnici, quindi i riferimenti non erano propriamente gli stessi”.

Sei poi tornato con Trident nei test di Abu Dhabi. Che bilancio puoi trarre di questa esperienza?
“Sono stato molto felice. Trident, per molte ragioni, non ha avuto una buona stagione, mentre nei test abbiamo dimostrato di poter essere tra i più veloci. Questo è stato possibile sicuramente grazie al loro potenziale, ma anche alle mie capacità, motivo per cui sono convito che insieme costituiamo un buon pacchetto”-

Che importanza ha avuto poter lavorare con Giacomo Ricci, ex apprezzato pilota e dal 2014 team manager Trident?
“Giacomo non ha mai guidato la GP3, quindi tecnicamente non è stato forse così rilevante, ma mi ha tanto aiutato nella gestione dell’intero fine settimana, o della manifestazione, se consideriamo i test. Essendo stato un pilota, uno vincente, sa in che maniera vanno gestite le cose. Poi mette tanto entusiasmo in quello che fa, si impegna, e questo è un elemento che traspare a chi gli sta intorno. È stato il primo a volermi in Trident e per questo lo devo ringraziare”.

Hai avuto modo di provare con tanti team in Formula Renault 3.5. Con quale hai avuto il feeling migliore?
“Penso che i valori della classifica rispecchino in un certo senso anche il potenziale delle squadre. Dams, Arden e Fortec sono tra i più vincenti e competitivi, e questo è un valore che viene passato a tutti i componenti della squadra. Penso che il miglior feeling per me sia stato con Fortec, ma aver avuto riferimenti diversi, anche a livello di pista, sicuramente non rende facile il paragone”.

Quali sono gli obiettivi per il 2015?
“Vincere il campionato GP3, senza mezzi termini. Con la mia esperienza non posso ambire solo ai primi cinque o alla top-10, l’obiettivo è molto chiaro”.

Cambierai il tuo approccio alle corse per il prossimo anno?
“Non credo. La WSR è la macchina più difficile da guidare in circolazione in questo momento, anche fisicamente. Le corse della GP3 durano praticamente la metà, quindi c’è meno sforzo. Varia totalmente invece, l’approccio al campionato. C’è molto meno tempo per girare, una sola qualifica che compromette l’intero fine settimana. Ti sposti su uno stile simile alla Formula 1, dove non serve molto andare all’attacco, ma devi iniziare a giocare di strategia per raccogliere più punti possibili”.

Da pilota, che impressione ti sei fatto della nuova tabella dei punteggi diramata dalla FIA negli scorsi giorni?
“Ha creato molto scalpore, soprattutto il fatto che la WSR sia stata messa al pari della GP3, e che entrambe siano uno scalino sotto la F.3 europea. Mi ha un po’ sconcertato se devo essere sincero, perché la Formula Renault 3.5 è un campionato al pari alla GP2, ma a parte questo, e alcune altre modifiche che credo verranno fatte in futuro, penso sia giusto aver istituito un percorso attraverso cui i piloti devono passare per arrivare in Formula 1, ed arginare situazioni come quella di Verstappen, catapultato in F.1 dal kart”.

Tuo papà è stato un pilota sino allo scorso decennio, in che modo questo ti ha aiutato?
“Sicuramente il livello dei campionati in cui ha corso lui non è pari a quelli cui sto prendendo parte io, ma non è estraneo alla situazione. Mi ha aiutato molto perché, molti genitori quando sono all’interno di un team tendono ad essere sovraeccitati, a volte pesanti ed opprimenti. Lui invece mi ha sempre lasciato tranquillo, sapendo bene quanto fosse importante non mettere pressione in certi momenti topici. Dal punto di vista tecnico invece, è stato fondamentale nei primi anni, quando correvo in Abarth, e mi ha insegnato a guidare, oltre ad occuparsi dell’intera gestione della mia carriera, motivo per cui devo ringraziarlo”.

Nei tuoi primi anni di attività, quando correvi in Formula Abarth, fosti protagonista di un’insolita vicenda riguardante l’uso dei social network, a seguito della quale vennero anche presi provvedimenti disciplinari
da parte della Federazione. Da allora è cambiato il tuo rapporto con i media e i social?
“Quello è stato un episodio tanto stupido quanto enfatizzato. Si è trattato di un malinteso, ed è infatti stato poi successivamente chiarito. Il mio rapporto con i social network o i giornalisti non è cambiato, ho ottime interazioni con tutti, Federazione Italiana compresa”.