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L’altro Seb del rallismo francese ha l’aria sveglia. E le idee chiare: sa che gli esami non finiscono proprio mai e si prepara ad affrontare i prossimi con lo spirito giusto per superarli. Ricorda di essere ancora un apprendista nella serie iridata e sta bene attento a non lanciare proclami: “Sono giovane – dice – e non so di non essere ancora pronto a battermi con Loeb. Ma spero di essere in grado di farlo, prima o poi...”.

Nella passata stagione hai rastrellato ventiquattro punti e vinto quattordici speciali. Cosa chiedi a quella che sta per cominciare?
“Questo è il mio secondo anno di apprendistato nel mondiale con una World Rally Car e devo cominciare a mettere a profitto l’esperienza fatta fin qui: diciamo che l’obiettivo è di battermi più spesso possibile per un posto sul podio”.

Ad affiancarti nello Junior Team della Citroen sarà Kimi Raikkonen: con che spirito credi che affronterà il mondiale?
“Da quel poco che ho avuto modo di capire, Kimi ha scelto di mettersi in gioco nei rally per cercare quel piacere che forse in F.1 non provava più. Sa che sta per affrontare una serie di sfide difficili, ma non si pone tante domande, quello che conta davvero, per lui, è provare nuove, belle sensazioni con la C4”.

Intevitabilmente, dovrai confrontarti con Loeb, l’Extraterrestre. Ti prefiggi di seguire l’esempio di Dani Sordo o hai in mente di essere più aggressivo di quanto lo sia stato lo spagnolo?
“Per come la vedo io, tutti quelli che corrono nel mondiale vorrebbero sfidare Loeb, aggredirlo. Ma al di là dei tanti, tantissimi meriti di Seb, poi intervengono altri fattori, a cominciare dalle esigenze della squadra. Dani ha già provato a battersi per vincere, almeno su certi terreni, e anche io ci proverò, quando mi sentirò pronto a farlo. Per ora, mi accontento di avvicinarmi progressivamente ai suoi tempi”.

Al Montecarlo, con la Peugeot 207, non sei riuscito a ripetere l’exploit vittorioso di un anno fa. E’ un rimpianto?
“Assolutamente no! Certo, forte dell’esperienza acquisita ero partito con una carica e una fiducia diversa: insomma, per vincere ancora. Poi è andata come è andata e dopo il tempo perso al Burzet ho dovuto cambiare strategia perché, comunque, l’unico risultato che mi interessava era il primo posto”.

Perché, fra tutti, sei stato l’unico a uscire sulla neve buttata dagli spettatori?
“Bella domanda... E’ vero, gli altri l’hanno scampata. Ma a fine prova Kris Meeke mi ha detto di aver rischiato tantissimo e poi io ero il secondo a passare e questo può avere influito”.

A quando la prima vittoria in una gara del mondiale?
“E’ presto per dirlo e per ora non voglio neppure pensarci. Anche per non mettermi troppa pressione addosso. Sono ancora un apprendista...”.

Guido Rancati