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“IL FUTURO DELLE CORSE
È VICINO ALLA GENTE”
I
NNOVARE
,
INVESTENDO SUI GIOVANI NEOLAUREATI E SULLE TECNOLOGIE CAPACI DI FORNIRE SEMPRE PIÙ SICUREZZA
E RISPETTO DELL
AMBIENTE AL MONDO DELLE CORSE
. I
L
CEO D
ALLARA
A
NDREA
P
ONTREMOLI
TRACCIA IL SENTIERO
CHE L
AZIENDA DI
V
ARANO E TUTTO IL MOTORSPORT DOVRANNO SEGUIRE SE VORRANNO MANTENERE IL LORO APPEAL
NEI CONFRONTI DI UN MONDO CHE CAMBIA IN FRETTA E CHE
,
COME DIMOSTRA L
ESPERIENZA AMERICANA
,
CHIEDE DI PARTECIPARE IN MANIERA INTERATTIVA ALLO SPETTACOLO CHE NASCE IN PISTA
Ingegner Pontremoli, è soddisfatto del
2011 della Dallara?
“Sì, soddisfatto, perché in un momento di
crisi siamo riusciti a crescere e nel
contempo ad andare incontro alle esigenze
del mercato, adeguando i nostri prezzi.
Abbiamo realizzato prodotti sempre più di
qualità ad un prezzo corretto. Ciò è stato
possibile grazie ad un lavoro interno di
razionalizzazione che porta frutti ora, ma
che li porterà anche in futuro con benefici
per noi e per i nostri clienti”.
Quali sono stati i settori da cui sono
venute le soddisfazioni più grandi?
“Non c’è stato un settore in particolare,
tutti hanno lavorato al meglio, portando il
loro contributo”.
E le vittorie più importanti, anche in
prospettiva futura?
“La vittoria più importante probabilmente
è stata contrastare la crisi attraverso
l’innovazione”.
Automotive e racing: vogliamo analizzare
i successi e le prospettive di questi due
settori?
“Per quanto riguarda il racing, è in atto
una profonda trasformazione e questa va
gestita partendo sempre dall’innovazione:
bisogna cambiare il modo di fare le cose
per ottenere risultati superiori alle
aspettative dei nostri clienti.
Quest’anno il fatto di aver dato alla luce
tre nuove vetture, la nuova Indy, il nuovo
World Series Renault e la nuova F3, ne è
un esempio. Se non fossimo riusciti a
fornire un prodotto di qualità, con
prestazioni superiori, il mercato non ci
avrebbe permesso di fare questi nuovi
prodotti”.
E per l’automotive?
“Il settore sta crescendo velocemente.
Molte delle tecnologie usate nel racing
stanno avendo successo nel mondo
automotive, come l’utilizzo della fibra di
carbonio, l’aerodinamica, la simulazione
della dinamica del veicolo, che sono le tre
aree in cui stiamo investendo.
La spinta verso il green si traduce infatti
nella progettazione di macchine sempre
più efficienti, leggere, con una buona
aerodinamica, che quindi consentano di
ridurre i consumi a parità di prestazioni”.
Il 2011 è stato un anno importante per
l’espansione dei progetti americani della
factory: può farci il punto della situazione
e parlarci di ciò che accadrà l’anno
prossimo?
“La factory è terminata e sono state
consegnate nel nuovo edificio le prime 15
Indycar. La nostra previsione è di
procedere con l’official opening il giorno
della 500 miglia di Indianapolis. Per noi, è
una tappa molto importante perché, oltre
a costruire le nuove vetture per la Indy e
fare da centro di distribuzione per i
ricambi, ci consentirà di creare un polo di
engineering per la consulenza”.
Una crescita per tutto l’indotto
americano quindi?
“Esatto, perché ci sarà maggior valore per
la Dallara nel suo complesso, ma anche
una crescita economica nell’area dello
Speedway per chi lavora nel mondo
racing. Ci sono già decine di fornitori della
nuova Indy che si sono basati ad
Indianapolis, nei pressi della nostra sede”.
In un momento di crisi economica
profonda e globale come l’attuale,
l’analisi e la ricerca di nuovi mercati
diventano vitali. Verso quali orizzonti sta
guardando la Dallara?
“Sicuramente gli Stati Uniti sono un’area
dove stiamo andando. Altre aree sono