Page 15 - Dallara Magazine

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I
n momenti di crisi, ci sono territori,
imprenditori ed istituzioni che si aggregano
per rafforzare relazioni, creare sinergie e
presentarsi sul mercato più forti di prima.
E’ questo lo spirito dell’Expo Taro Ceno, che si è
svolto il 25 e 26 agosto a Compiano, un
bellissimo borgo in provincia di Parma, con un
castello da favola che guarda dall’alto una
delle due valli, la Val Taro. L’altra, appunto, è
la Val Ceno: entrambe prendono il nome dai
fiumi che li attraversano, il Taro ed il Ceno, e
danno anche il nome all’Expo.
Proprio nel castello si ritiravano le
corporazioni medioevali quando imperversava
la guerra, in modo da difendere le migliori
competenze ed i mestieri caratteristici del
luogo.
Allo stesso modo oggi, di fronte alla tempesta
economico-finanziaria che imperversa,
imprenditori e artigiani hanno fatto cerchio nel
caratteristico borgo di Compiano per conoscere,
farsi conoscere e fare sistema, per mostrare i
loro prodotti, ma soprattutto per evidenziare
una caratteristica che nel mondo di oggi si sta
perdendo sempre più, ma che è un prezioso
patrimonio della cultura italiana: quel “saper
fare” fatto di abilità manuali e materiali, di
conoscenza sedimentata nel contesto del lavoro
che migliora giorno per giorno grazie a
perseveranza e tenacia.
Organizzato dalla “Fondazione Andrea Borri”,
dall’associazione “Compiano Arte e Storia”, dal
Centro Studi Valceno” in collaborazione con il
Centro Studi Agostino Casaroli”, con il sostegno
di tutte le istituzioni comunali, provinciali,
regionali, l’Expo ha visto la partecipazione di
aziende ed artigiani appartenenti ai più
disparati ambiti: dall’aspetto naturalistico (le
risorse del bosco) all’utilizzo artigianale del
legno (serramenti, mobili, seggiole), dalla pietra
arenaria (lavorazione e formazione geologica)
al verde (piante e fiori, progettazione di
giardini), dall’high-tech (aziende a tecnologia
avanzata) alla gastronomia, dalla ricettività
(
agriturismi, bed&breakfast) al metallo (dalla
preistoria all’arte contemporanea).
Insieme alla Dallara, presente nell’area high-
tech, le aziende ed gli artigiani presenti a
Compiano erano oltre cinquanta: falegnami,
scalpellini, costruttori, fruttivendoli, artisti,
coltellinai, liutai, aziende agricole, aziende
esperte nei rivestimenti (coating), nel carbonio
e nelle lavorazioni meccaniche ecc…
Durante la due giorni di tavole rotonde,
interventi di autorità, di presidenti di
associazioni (Confartigianato, Camera di
Commercio di Parma), di professori
universitari, c’è stato spazio per la consegna
del premio “Compiano Sport” al campione del
mondo del 1982, Paolo Rossi, che è rimasto
attratto dallo stand Dallara e non si è sottratto
ad una foto sulla KTM X-Box progettata a
Varano.
Il dibattito conclusivo è stato coordinato dal
Presidente del Centro Studi ValCeno, nonché
A.D. della Dallara, Andrea Pontremoli, che stila
un bilancio della manifestazione: “scopo
primario dell’iniziativa era quello di
approfondire una conoscenza reciproca. Solo
prendendo coscienza del territorio in senso
collettivo è possibile fare tutti lo stesso sogno,
pur dormendo in letti diversi. In un contesto
sempre più globalizzato, un’azienda può essere
competitiva solo se il territorio in cui è inserita
è competitivo”.
Lo stesso Pontremoli, coadiuvato dal direttore
del Centro Studi Val Ceno, Alessandro Berzolla,
è stato promotore di un sondaggio presso le
aziende espositrici, da cui è emerso che tutti
partecipanti all’Expo avevano delle
caratteristiche in comune: una grande
passione per la propria attività, l’idea di fare
qualcosa di unico, un forte attaccamento al
territorio, da cui scaturisce fedeltà ed orgoglio
dei collaboratori.
Le problematiche emerse sono state quelle di
una forte burocrazia, di un insufficiente
supporto da parte di istituzioni e associazioni,
di un mercato del credito che premia i beni
fisici e non dà fiducia alle idee e alle iniziative
intangibili, di una inadeguata promozione del
territorio.
Infine, si è passati alle proposte. Per quanto
riguarda l’industria high-tech, questa ha
bisogno di una formazione ad alto livello e a
tal proposito sarà realizzato un polo formativo
nella confluenza delle due valli, a Fornovo
Taro.
Con riferimento all’agricoltura, occorre che ci
siano sempre più aggregazioni sulla base di
diverse tipologie di prodotto, ma anche i
servizi di trasporto e promozionali potrebbero
beneficiare di iniziative di centralizzazione,
come la realizzazione di un unico call center
e/o sito web. Si è poi parlato dell’artigianato, di
come sia fondamentale un marketing
territoriale che faccia conoscere queste unicità
in tutto il mondo.
Una manifestazione pensata per accendere i
riflettori sulla montagna, per allargare gli
orizzonti di sviluppo di due valli, per creare un
marchio “doc” indipendente dal prodotto, per
dare un messaggio di speranza verso il futuro,
di determinazione, di imprenditorialità, di
coraggio: un esempio anche per altri territori.
Alessandro Santini