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Gian Paolo Dallara
Ingegnere, il 2013 sarà ancora un anno
difficile, sostengono gli esperti, per
l’economia mondiale e il motorsport. La
Dallara continuerà a puntare sulla ricerca
e sull’innovazione?
«
Continueremo a puntare su ricerca ed
innovazione, anche se devo confessare che
il 2013 per Dallara non si preannuncia un
anno particolarmente difficile. Abbiamo
dei progetti in corso, degli impegni già
programmati, quindi potremmo
pianificare le nostre attività, compresa
quella molto intensa di
Ricerca&Sviluppo».
Quali sono a suo parere le sfide per il
motorsport nell’immediato futuro?
«
Recuperare l’interesse dei giovani,
coinvolgendoli in un modo vicino alle loro
attitudini, utilizzando anche quei processi
di comunicazione a cui i giovani sono
abituati. Il modello statico per il quale “il
pilota corre e lo spettatore guarda” è
passato, occorre reinventarsi il rapporto
spettatore-corse automobilistiche e far leva
su mezzi virtuali in cui i giovani possono
sfidare i piloti».
E il futuro dell’automobilismo da corsa si
gioca ad Oriente, sui nuovi mercati, o
resterà sempre una faccenda europea e
americana?
«
Il mondo è globale, quindi anche il
motorsport sarà globale. I problemi vanno
risolti prima in Occidente, dove il
motorsport è più diffuso. Più che Oriente
ed Occidente, parlerei però di mercati
maturi (Europa, USA, Giappone) e mercati
emergenti (India e Cina su tutti)».
Il nuovo assetto tecnico della F.1 a partire
dal 2014 porterà cambiamenti anche nel
resto delle principali categorie?
«
Probabilmente sì, probabilmente
diminuiranno pesi e dimensioni dei
motori, con una migliore efficienza dei
propulsori, processo in atto in tutta l’area
della mobilità. Ci sarà poi grande
attenzione al recupero dell’energia:
prevedo una diffusione importante di
sistemi ibridi».
Un futuro fatto di propulsori verdi che
adattamenti imporrà a chi, come Dallara,
costruisce telai?
«
Non ci saranno particolari problemi,
salvo una progettazione del contenitore
della batteria più robusto ed una
distribuzione dei pesi diversa».
Che evoluzione si aspetta per le categorie
propedeutiche alla massima serie, a
partire dalla F.3?
«
Per la F3, è stato già definito un
regolamento. Data l’importanza sempre
maggiore data al costo, la scelta fatta di
usare motori non sofisticati è più che
ragionevole. Nel prossimo futuro, ci sarà
un ridimensionamento dei propulsori
anche nelle altre categorie come World
Series, GP3, GP2, eccetera».
Il simulatore Dallara verrà ulteriormente
sviluppato?
«
Il simulatore giocherà una parte
importante nella preparazione di piloti,
vetture e tecnici e anche in quel tentativo
di avvicinare le competizioni agli
spettatori. E’ un processo che abbiamo
appena cominciato, per i prossimi anni ci
sarà un continuo sviluppo».
Quale obiettivo si è prefissato a lungo
termine per la Dallara negli Usa?
«
La factory americana dovrà costruire
sempre più componenti per vetture da
competizione destinate al mercato
americano e dovrà essere un centro di
engineering come quello che abbiamo qui
a Varano: dovrà lavorare in sinergia con
quest’ultimo anche per svolgere attività di
R&S per vetture stradali ad alte
prestazioni. E’ quindi prevista
un’espansione, seguendo il modello che
abbiamo già testato in Italia».
Che insegnamento ha tratto dalla
straordinaria esperienza compiuta dalla
factory a fianco di Alessandro Zanardi?
«
Il privilegio di frequentare e conoscere un
uomo vero come lui non ha prezzo, è
indescrivibile. E’ un esempio per tutti
quelli che hanno la fortuna di incontrarlo,
è uno stimolo, ha un atteggiamento
sempre positivo. E’ un grande pilota, ma
vale ancor di più come uomo».
La handbike delle Paraolimpiadi diverrà
un progetto dedicato a tutti, disabili e no?
«
Dipende da quel che vuol fare Alex, dal
tempo che avrà a disposizione, da quello
che avremo noi in base ai progetti in
corso, dai risultati di analisi più
approfondite per vedere se esiste davvero
un mercato. E’ un’opzione aperta».
Le vetture da corsa sono ancora utili
come serbatoio di idee per quelle di
produzione?
«
Non è come cento anni fa quando le
auto da competizione erano il modo
migliore per proporre soluzioni nuove,
però ci sono certe aree dove le corse
possono giocare un ruolo importante.
Penso, ad esempio, alla diffusione della
cultura aerodinamica, all’utilizzo spinto
dei materiali compositi e anche a
tecnologie di recupero dell’energia: le
auto del futuro saranno più sobrie nei
consumi grazie a materiali più leggeri e
ad una migliore aerodinamica».
Nel 2013 si celebrano i 90 anni della 24
Ore di Le Mans: tornerebbe a correre
sulla Sarthe?
«
La nostra azienda non è dimensionata e
non ha competenze per una
partecipazione diretta. Abbiamo avuto e
abbiamo la fortuna di collaborare, in
aree ben definite della vettura, con
aziende che partecipano alla 24 Ore».
Le piacciono i sistemi, come il DRS, che
aumentano lo spettacolo in pista a costo
di snaturare un po’ lo spirito delle gare?
«
Abbiamo visto per troppo tempo
competizioni che facevano dormire. Ben
vengano tutti i tentativi per facilitare il
sorpasso che è l’essenza della
competizione».
Che pilota del passato le sarebbe
piaciuto vedere a bordo di una Dallara?
«
Ce ne sono stati di così importanti che
non mi manca proprio niente».
Ultima domanda fra il serio e il faceto:
più facile che la Dallara torni in F.1 o
che il Parma vinca lo scudetto?
«
Più facile che il Parma vinca
lo scudetto».
Alessandro Santini
I
L PRIVILEGIO DI FREQUENTARE E CONOSCERE UN UOMO VERO
COME
A
LESSANDRO
Z
ANARDI NON HA PREZZO
,
È INDESCRIVIBILE
.
E’
UN ESEMPIO PER TUTTI QUELLI CHE HANNO LA FORTUNA DI INCONTRARLO
,
È UNO STIMOLO
,
HA UN ATTEGGIAMENTO SEMPRE POSITIVO
.
E’
UN GRANDE PILOTA
,
MA VALE ANCOR DI PIÙ COME UOMO