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33 sfruttando una base comune, favorendo gli interscambi di iscritti. In questa prima stagione con la vettura di nuova generazione i nostri team sono stati molto concentrati sulla sola British F4, visti i tanti cambiamenti da gestire, ma in futuro penso avranno una maggiore flessibilità nel definire i propri programmi. Solo per i motori abbiamo adottato un approccio un po’ diverso: i propulsori sono gli stessi, ma abbiamo un preparatore (Neil Brown Engineering, ndr) incaricato di garantire l’equalizzazione fra tutti gli esemplari in griglia, con un monitoraggio molto attento”. La British F4 si sta distinguendo per la sperimentazione di una soluzione a favore della sicurezza. “Attraverso il legame con il BTCC e il suo organizzatore TOCA, anche qui abbiamo introdotto un sistema elettronico che riporta sul volante le stesse segnalazioni mostrate sui pannelli lungo il tracciato, ad esempio quando ci sono le bandiere gialle o quando interviene la safety‐car. Abbiamo ricevuto riscontri molto positivi da parte dei piloti, non tanto per la sicurezza diretta in sé, ma perché il dispositivo permette loro di restare più concentrati sulla guida, senza dover cercare con lo sguardo i cartelli che in alcune situazioni potrebbero non essere perfettamente visibili”. La Gran Bretagna è ricca di tracciati vecchia scuola, particolari e impegnativi. Secondo lei danno qualcosa in più a livello di crescita dei giovani piloti? “Sappiamo che tanti nomi presenti in Formula 1, oggi come in passato, hanno gareggiato nel nostro Paese e si sono fatti le ossa su piste che non sono facili da imparare. A mio parere alcuni circuiti nel resto d’Europa puniscono meno gli errori, direi anche la stessa Silverstone, ma normalmente in Gran Bretagna ci si trova ad affrontare sequenze di curve complesse, cambi di pendenza, settori molto tecnici. Le nostre piste favoriscono la lotta, è normale vedere le vetture sempre a distanza ravvicinata. I ragazzi in British F4 hanno di solito fra i 16 e i 18 anni, arrivano dal karting, uno dei nostri scopi è sviluppare la loro visione e gestione di gara (viene usato il termine racecraft, ndr). Con il nostro calendario offriamo un ottimo contesto affinché questo avvenga”.

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