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MONDIALE RALLY
SEBASTIEN LOEB
Guido Rancati
Un’altra vittoria iridata, la sesta sulle stra-
de del Monte-Carlo, altri sette successi
parziali in bacheca. Sébastien Loeb archi-
via il primo round della stagione con la
certezza di aver migliorato di un altro po’
tre primati che già erano saldamente nel-
le sue mani – il numero di ori conquista-
ti nel mondiale, di quelli rastrellati nel
Principato e delle vittorie in prova specia-
le – e ribadisce che in fondo si tratta solo
di numeri. E neppure quelli che lo interes-
sano di più: “Il bello della settimana di
passione fra Drome, Ardeche e Alpi Marit-
time – chiarisce – è stato il piacere di tor-
nare a correre nel rally più famoso di tut-
ti, davanti a tanta gente, e di aver iniziato
come meglio non si sarebbe potuto la cor-
sa al nono titolo”.
Non ha mai dato troppa importanza ai
record, l’alsaziano. Sa che un giorno capi-
terà, forse, che qualcuno farà meglio di lui
e evita di farla lunga. “I primati eccitano
voi giornalisti, per me, quello che conta
davvero è provare a rivincere il mondiale
e, in sottordine, continuare a vincere
gare”, taglia corto. Al Monte l’ha fatto e
tanto gli basta.
Intanto, tutt’intorno, riaffiora la doman-
da più scontata: cosa ha che gli altri non
hanno, quale è il segreto che gli ha per-
messo e gli permette di fare cose che nes-
suno, prima, era riuscito a fare. Chi l’ha
visto in azione, ha tutti gli elementi per
rispondere: sa che ha due braccia, due
gambe e una testa come tutti e sa che usa
questa, quelle e quelle altre ancora molto
bene. Ma sa anche che raramente il suo
incedere in prova speciale impressiona.
“E’ incredibile, a vederlo in prova pareva
passeggiasse”, sussurra un appassionato
che s’è sciroppato chilometri e chilometri
in auto e a piedi per essere spettatore al
Monte-Carlo. Ed è esattamente quello che
in tempi lontani si diceva a proposito di
Sua Maestà Sandro Munari e, in tempi un
po’ più recenti, di Walter Rohl. Come il
Drago e il Kaiser, pure l’Extraterrestre
non dà quasi mai l’impressione di andare
fortissimo. Poi, però, un’occhiata al cro-
nometro informa che è quasi sempre il più
veloce del gruppo… Questione di talento:
chi ne ha davvero tanto, molto raramente
va fuori misura e si mette nella condizio-
ne di dover fare numeri strani per metter-
ci una pezza, per restare in strada. Gli
equilibrismi più evidenti fanno parte del
repertorio di chi è perennemente al limi-
te e si aggrappa all’istinto per non stropic-
ciare la propria auto. Fanno tenere il fia-
to e, quando non si schiantano, strappa-
no applausi e grida. Ma le lancette poi