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        GP SPAGNA
      
      
        FERRARI
      
      
        
          Stefano Semeraro
        
      
      
        Fuori dalla palude, fuori dall’angoscia. Fuori dalla pau-
      
      
        ra che il 2012 fosse una copia carbone dell’anno passa-
      
      
        to, e dell’anno prima ancora. Ma ancora in pieno den-
      
      
        tro la rincorsa, dietro uno sprint collettivo che servirà a
      
      
        mantenere la terra promessa, o almeno a dare tutto nel
      
      
        tentativo. I test del Mugello hanno trascinato la F2012
      
      
        da una grigia mediocrità ad una promettente speranza.
      
      
        Fra la Toscana e la Catalogna è arrivata una raffica di
      
      
        sviluppi aerodinamici e non solo, dal nuovo disegno del-
      
      
        le fiancate, agli scarichi simil-Lotus, dal cofano rivisto
      
      
        nella zona centrale ai deviatori di flusso spostati sotto
      
      
        il telaio, e poi la nuova ala anteriore e il diffusore che ha
      
      
        debuttato nel GP. Fernando Alonso come al solito ha
      
      
        fatto da traghettatore in gara, aggredendo posizioni e
      
      
        avversari, sgusciando via a Pastor Maldonado e poi ten-
      
      
        tando di riprenderlo dopo che il pit-stop-miracolo del-
      
      
        la Williams e il blocco fatto dalla Marussia di Charles
      
      
        Pic lo avevano ricacciato in seconda posizione. Con una
      
      
        gara tutta grinta, freddezza e corazon – un mix che gli
      
      
        riesce benissimo, meglio che a tutti – Fernando si è tra-
      
      
        slocato di nuovo in testa al Mondiale. Ma sa benissimo,
      
      
        lui per primo, che per restarci la Rossa di oggi, anche in
      
      
        questa versione evoluta, non può bastare.
      
      
        «Pic non sa rispettare i ruoli, anche perché c’erano le
      
      
        bandiere gialle nella parte finale del rettilineo – ha
      
      
        digrignato l’asturiano alla fine – Forse quell’episodio ha
      
      
        compromesso la gara. Però, negli ultimi giri la macchi-
      
      
        na è diventata strana, ha perso trazione e carico aero-
      
      
        dinamico, dobbiamo capire bene perché. A quel punto
      
      
        ho dovuto pensare di più a difendermi da Raikkonen
      
      
        che si avvicinava. Però è un secondo posto che sa di vit-
      
      
        toria, in Bahrain avevamo finito a un minuto dal vinci-
      
      
        tore, qui abbiamo doppiato la Red Bull di Webber.
      
      
        Anche nei confronti della McLaren il bilancio è positi-
      
      
        vo. Non abbiamo progettato la miglior vettura del grup-
      
      
        po, ma finora siamo riusciti a cavarne fuori il massimo.
      
      
        Forse anche di più».
      
      
        Ora però è vietato riposarsi, vietato compiacersi, proi-
      
      
        bito riposarsi. «C’è ancora bisogno di un grosso passo
      
      
        in avanti», taglia corto Stefano Domenicali. «Questo
      
      
        risultato deve essere una grande spinta per gli ingegne-
      
      
        ri a Maranello, dobbiamo essere sicuri di migliorare
      
      
        ancora la macchina. E’ l’unica cosa che dobbiamo fare
      
      
        se vogliamo sperare di vincere il campionato. La con-
      
      
        solazione è che nonostante tutti i problemi che abbia-
      
      
        mo avuto dall’inizio della stagione, se non altro siamo
      
      
        lì, in testa. E non è facile, con la pressione che gli inge-
      
      
        gneri si sono ritrovati addosso. Il lavoro che abbiamo
      
      
        svolto la settimana scorsa è andato nella giusta dire-
      
      
        zione. Ma non è ancora abbastanza». Per il futuro più
      
      
        o meno immediato la Ferrari sta pensando a fare shop-
      
      
        ping a Oxford e a Cambridge, per rinnovare ulterior-
      
      
        mente il suo parco “cervelli”, ma questo è il momento
      
      
        di sfruttare la massimo il capitale che già c’è a Mara-
      
      
        nello. «A Monte-Carlo non porteremo novità – spiega
      
      
        Pat Fry – ci limiteremo ad adattare la vettura al trac-
      
      
        ciato. Il prossimo step arriverà in Canada, dove servi-
      
      
        rà velocità sui rettilinei. C’è ancora tanto lavoro da fare
      
      
        per avere una macchina competitiva su tutte le piste e
      
      
        in tutte le condizioni». Fuori dalla palude, non ancora
      
      
        in Paradiso.
      
      
        Chi invece è rimasto invischiato nel fango è Felipe Mas-
      
      
        sa, nuovamente disperso dopo i segnali di rinascita visti
      
      
        in Bahrain.
      
      
         “
      
      
        Non abbiamo progettato la miglior vettura del gruppo, ma finora
      
      
        siamo riusciti a cavarne fuori il massimo. Forse anche di più
      
      
         ”
      
      
        STEFANO DOMENICALI
      
      
        “
      
      
        Negli ultimi giri la macchina è diventata strana, ha perso 
      
      
        trazione e carico aerodinamico, dobbiamo capire bene perché
      
      
         ”
      
      
        FERNANDO ALONSO