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          Tra gentleman e professionisti, il Fer-
        
      
      
        
          rari Challenge ha avuto stagioni alter-
        
      
      
        
          ne, come vedi la situazione attuale?
        
      
      
        “Lo spirito iniziale del Challenge era quello di
      
      
        un campionato per piloti gentleman, ma già
      
      
        dai tempi della 360 sono arrivati molti pro-
      
      
        fessionisti portando anche alla necessità di
      
      
        dividere tra Trofeo Pirelli e Coppa Shell. C'era
      
      
        gente come Cadei, Maceratesi, Malucelli e
      
      
        molti altri e anche se forse ad un certo punto
      
      
        i numeri si sono un po' ridotti, i grandi nomi
      
      
        non sono mai mancati con un parco partenti
      
      
        di professionistimoltocompetitivo.Quest'an-
      
      
        no anche gli arrivi di piloti come Balzan, che
      
      
        mi auguroproseguanella stagione, vannonel-
      
      
        la direzione di tenere alto il livell. Io sarò pro-
      
      
        babilmente al via insieme a Belluzzi al Mugel-
      
      
        lo, con l'obiettivo di partecipare alle finali
      
      
        mondiali”.
      
      
        
          Lasituazionepermolti campionatièdif-
        
      
      
        
          ficile, con poche macchine al via. C'è da
        
      
      
        
          dire che spesso sono di alto livello...
        
      
      
        “Il problema è che nel momento in cui siamo
      
      
        ci sono forse troppi campionati e poche mac-
      
      
        chine ovunque, eliminando qualche serie si
      
      
        avrebbero sicuramente numeri più alti. Spes-
      
      
        so si vedono le stesse macchine lavorare in
      
      
        due o tre campionati. Speriamo che la situa-
      
      
        zionedifficile che stiamo vivendopassi in fret-
      
      
        ta. Ci sono anche eventi che funzionano mol-
      
      
        to come il Blancpain, un bellissimo campio-
      
      
        nato che ha un format con tre piloti, gare più
      
      
        lunghe e lo stesso budget di una serie "norma-
      
      
        le". Il risultato sono le quasi sessanta macchi-
      
      
        ne iscritte e la splendida gara di Monza. Spe-
      
      
        ro magari che mi arrivi qualche proposta per
      
      
        Silverstone ma in generale è una serie che mi
      
      
        piacerebbe fare anche perché non ha conco-
      
      
        mitanze con il FIA GT3, che è il mio impegno
      
      
        principale quest'anno”.
      
      
        
          La Ferrari non ha una vera e propria
        
      
      
        
          filieradelleruotecoperte, qualcosache
        
      
      
        
          possa favorire il passaggio dal Challen-
        
      
      
        
          ge a programmi come il Mondiale
        
      
      
        
          Endurance.Pensidiaverepossibilitàdi
        
      
      
        
          rompere questa tendenza?
        
      
      
        “Diciamo che al momento non c'è una vera
      
      
        scuola che passa dalle ruote coperte, come
      
      
        l'Academynelleformule,anchesedevodireche
      
      
        dopo le vittorie nel Challenge c'è stato un loro
      
      
        aiuto nel passare al FIA. Mi auguro davvero di
      
      
        poter avere una possibilità perché è quello che
      
      
        vorrei fare. Mi sto trovando bene sullamacchi-
      
      
        na, i risultati finorasonostati buoni, c'èda lavo-
      
      
        rareevogliopensaregaraper gara, concentrar-
      
      
        mi sul mio lavoro per ottenere il massimo”.