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        GP COREA
      
      
        RED BULL
      
      
        
          Massimo Costa
        
      
      
        Come dicono? Quando il gioco si fa duro, i
      
      
        duri iniziano a giocare. E nel momento
      
      
        topico della stagione, praticamente nei
      
      
        tempi supplementari di questa partita
      
      
        infinita che si gioca su diciannove gare,
      
      
        Sebastian Vettel ha infilato tre reti
      
      
        pesantissime, di quelle che metterebbero
      
      
        in ginocchio ancheMessi. Il colpomesso a
      
      
        segno a Yeongam è di quelli
      
      
        particolarmente pesanti, quanto meno
      
      
        per il morale, perché riporta in testa al
      
      
        mondiale Vettel e spinge al secondo posto
      
      
        Fernando Alonso che ha visto bruciarsi
      
      
        nel tempo di un’estate un vantaggio che
      
      
        pareva incolmabile. Le scuse Ferrari sono
      
      
        pronte, con quei due incidenti che hanno
      
      
        fatto scattare lo zero in casella a Spa e
      
      
        Suzuka (ma in quest’ultimo caso la colpa è
      
      
        di Alonso), ma la realtà ci mostra una Red
      
      
        Bull RB8 che è un vero missile. E se
      
      
        Stefano Domenicali cerca rifugio dietro a
      
      
        queste parole: “Anche la McLaren dopo
      
      
        Singapore sembrava fortissima, poi…”,
      
      
        dimostrando di aver poco cui appigliarsi,
      
      
        dalla Red Bull replicano: “E questo è
      
      
        soltanto l’inizio”, con quella spavalderia
      
      
        tipica di chi guadagna la leadership. Però,
      
      
        è vero, questo mondiale ci ha insegnato a
      
      
        stare con i piedi per terra, le variabili sono
      
      
        infinite per via delle gomme. Oggi sei un
      
      
        campione, domani sei un…. A Yeongam,
      
      
        Vettel è stato bravissimo in gara,
      
      
        bruciando il compagnoMarkWebber, reo
      
      
        di avergli soffiato la pole in qualifica, e poi
      
      
        gestendo molto bene i 55 giri in
      
      
        programma. Nel finale un piccolo brivido
      
      
        c’è stato, al box Red Bull si erano fatti
      
      
        prendere dall’angoscia sulla durata degli
      
      
        pneumatici: “Sì non sapevamo bene
      
      
        quanta gomma avevamo ancora per gli
      
      
        ultimi giri, così ci parlavamo in
      
      
        continuazione
      
      
        per
      
      
        spiegarci
      
      
        il
      
      
        comportamento della macchina. Ho
      
      
        alzato un po’ il ritmo, ma mi sentivo di
      
      
        avere tutto sotto controllo, non ho mai
      
      
        avuto la percezione che potesse accadere
      
      
        una catastrofe”. Il suo ingegnere gli aveva
      
      
        invece detto: “Tutto può capitare…”. Deve
      
      
        avere alzato il ciglio Vettel, non capendo
      
      
        bene se gli dicevano così per evitare che si
      
      
        mettesse a segnare giri veloci uno dopo
      
      
        l’altro, come a Suzuka. O se veramente da
      
      
        un momento all’altro le sue gomme
      
      
        sarebbero andate in pappa. Il momento
      
      
        chiave è però stata la partenza: “La base
      
      
        del successo è stata lì benché fossi sul lato
      
      
        sporco ho trovato una buona aderenza,
      
      
        mentre le ruote di Webber hanno
      
      
        patinato un po’ e mi sono trovato al suo
      
      
        fianco. Sul lungo rettifilo ho messo la
      
      
        settima marcia e il Kers per difendere la
      
      
        posizione e per fortuna sono uscito bene
      
      
        dalla curva tre, rimanendo in testa. Nei
      
      
        primi giri Mark non mi ha dato respiro,
      
      
        poi ho allungato anche perché le sue
      
      
        gomme stavano peggio delle mie. Il
      
      
        mondaile? Non dobbiamo rilassarci”. Per
      
      
        la cronaca, la Red Bull dopo avere
      
      
        introdotto con successo il doppio DRS a
      
      
        Singapore, a Yeongam aveva nuove
      
      
        canalizzazioni. Che evidentemente hanno
      
      
        funzionato più che bene.