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        2  -
      
      
        LA LONGEVITÀ DI ANDREUCCI
      
      
        “
      
      
        Il mio segreto? Di certo la natura mi ha dato una mano, il resto dipende dal fatto che nel tempo ho conservato la voglia
      
      
        di correre e vincere di quando ero agli inizi della carriera”. Paolo Andreucci archivia uno dei fine settimana più lunghi
      
      
        che ha vissuto da pilota con l’ennesimo titolo verde-bianco-rosso, il settimo, e già pensa alla prossima stagione. Quando
      
      
        non avrà più fra le mani la 207, ma la 208 in versione R2. Aspettando la R5 per tornare a collezionare successi. Perfezio-
      
      
        nista, stakanovista e quant’altro, il garfagnino. Ma anche e soprattutto sempre dannatamente veloce. Come ventitre anni
      
      
        fa, ai tempi in cui aveva orizzonti iridati davanti a sé. La storia è andata diversamente: un guasto alla Delta affidatagli
      
      
        fornì a quelli del Jolly Club il pretesto per accantonarlo e chi era accanto a lui non mosse un dito per difenderlo. Lui non
      
      
        ha mollato, è ripartito quasi da zero e ha vinto quel che ha vinto. Ma il mondiale è rimasto un sogno nel cassetto. In com-
      
      
        penso, il diesse che lo tagliò fuori è entrato nello staff dirigenziale della sub-federazione nostrana insieme al copilota che
      
      
        lo scaricò. Perché è così che vanno le cose nel Bel Paese.
      
      
        3 -
      
      
        IL PREDOMINIO
      
      
        DELLE PIRELLI
      
      
        “
      
      
        Fuori Juho, non mi è restato altro da fare che portare una
      
      
        Skoda sul podio. Mi sarebbe comunque stato estremamen-
      
      
        te difficile insidiare Giandomenico Basso”. Jan Kopecky fa
      
      
        notare che la resa di Hanninen ha in qualche modo condi-
      
      
        zionato la sua gara, ma non manca di rendere onore al vin-
      
      
        citore. Quello che non può dire, lo lascia intendere con gli
      
      
        sguardi. E a chi osserva che è l’unico dei contendenti gom-
      
      
        mati Michelin ad aver trovato un posto nella top five asso-
      
      
        luta risponde con un sorriso di gratitudine. Già, perché al
      
      
        di là della bravura dei singoli la Pirelli ha contribuito non
      
      
        poco a regalare un sabato sera felice a Basso, Perico, Alber-
      
      
        tini e Andreucci. E difatti, sulla pedana, i ringraziamenti a
      
      
        Terenzio Testoni si sprecano. Le “scarpe” dell’azienda
      
      
        milanese hanno fatto ancora una volta la differenza. Anche
      
      
        sull’asfalto asciutto. Dev’essere per questo che, impegnati
      
      
        a cambiare le regole, quei fenomeni che hanno un posto
      
      
        nella stanza dei bottini nostrani hanno ritenuto giusto non
      
      
        sentire il parere di chi rappresenta l’unico marchio che
      
      
        ormai da un ventennio si batte e si sbatte per non far affon-
      
      
        dare il rallismo italiano.
      
      
        Sopra, Jan Kopecky, secondo al traguardo.
      
      
        A sinistra, la festa Peugeot per l’ennesimo titolo tricolore