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Paolo D’Alessio
Per la seconda volta, nell’arco di tre anni, Fernando Alonso ha visto evaporare il mondiale all’ul-
tima gara in calendario. Nel 2010 era accaduto per colpa di un marchiano errore dei box, mentre
quest’anno i punti che, dopo venti combattute gare, lo hanno separato da Sebastian Vettel, sono
stati appena tre. Un’inezia, una disegno crudele del destino, che più di ogni altro dato, conferma-
no la classe, la grinta, la concentrazione del pilota asturiano. E quando Alonso dice “Nel 2012 sono
stato battuto da Adrian Newey” o ancora “Il mio avversario più temibile è Hamilton, non Vettel”,
in fondo bisogna credergli. Nel mondiale appena concluso il numero uno di Maranello ha forse
disputato la migliore stagione della sua carriera e se il titolo non è arrivato è per colpa di una Fer-
rari F2012 nata male, rimessa in sesto nella parte centrale del campionato, ma poi “plafonata” nel-
l’ultimo scorcio di stagione, quando la Red Bull cresceva e le modifiche aerodinamiche introdot-
te dai tecnici del Cavallino non davano gli esiti sperati. Ecco, il mondiale 2012 può essere riassun-
to in quest’unica immagine: una Red Bull che cresce, mentre la Ferrari resta ferma al palo e Alon-
so, che nel paddock viene unanimemente considerato tra i migliori piloti attualmente in circola-
zione, a farne le spese. Un Alonso fortissimo, ma frenato da una monoposto che in qualifica non
riesce a mandare in temperatura le gomme sul giro secco e in gara, tanto per cambiare, manca di
carico aerodinamico. Dopo l’abolizione degli “scarichi caldi” o se preferite dell’effetto soffiaggio,
voluto dalla Federazione al termine della passata stagione, McLaren e Red Bull sono riuscite a
recuperare deportanza al retrotreno, mentre le Rosse hanno continuato ad essere impacciate nei
transitori e, con una macchina che ha poco carico in curva, nella Formula 1 moderna non si va
molto lontano. A proposito di carico, non si sa se per giustificare la superiorità tecnica della Red
Bull o per minimizzare la sconfitta, puntuale è arrivato a fine stagione il problema legato alla gal-
leria del vento di Maranello, che non sopporterebbe il passaggio dai test, su modelli al 50%, a quel-
li su modelli di maggiori dimensioni al 60%. Una storia vecchia, che era già stata tirata in ballo in
passato e aveva richiesto una ricalibratura della galleria. Cosa che accadrà anche in questi mesi
invernali, per dare agli aerodinamici del Cavallino uno strumento finalmente valido, per contro-
battere McLaren e soprattutto Red Bull, fin dalla prima gara del 2013.