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Cari amici,
Torno a scrivervi in occasione dell’ultimo
numero 2012 del Magazine di Italiara-
cing. In quest’ultima tranche del 2012
sono successe tante cose, sia in pista sia
fuori. La stagione del Super GT è andata
in archivio con la soddisfazione di aver
portato la mia vettura in prima fila nella
Sprint Cup del Fuji, ma anche con l’ama-
rezza di essermi ritirato nel round di
Motegi per un problema tecnico. Purtrop-
po non ho potuto replicare il podio di
Suzuka al Fuji, nella gara di settembre
però, a causa di un doppiato che mi ha
messo fuorigioco. Voglio cogliere questa
occasione per fare i miei complimenti ad
un nostro connazionale, Ronnie Quinta-
relli, che ha conquistato il titolo in Super
GT. Correre contro di lui non è stato faci-
le, ma gli sono stato vicino in molte occa-
sioni e abbiamo lottato proprio con lui per
la vittoria di Suzuka. Spero di poter con-
tinuare a confrontarmi al suo stesso livel-
lo anche nel 2013. Sono molto contento
anche per gli ottimi risultati ottenuti dal-
la Toyota nel WEC, con le strepitose vitto-
rie di Interlagos, Fuji e Shanghai. Ho assi-
stito dal vivo alla corsa nipponica, l’unica
in cui non avevo una concomitanza con le
gare del mio campionato, ed è stato incre-
dibile. Nel box sono state sei ore tiratissi-
me in cui non riuscivamo a togliere gli
occhi dallo schermo un solo minuto. Il
boato quando la TS030 è passata vittorio-
sa sotto la bandiera a scacchi e poi la fol-
la di tifosi che hanno invaso la pista è sta-
to qualcosa di eccezionale.
Ho dunque concluso la mia prima anna-
ta agonistica con le ruote coperte. All’ini-
zio non sapevo bene a cosa sarei andato
incontro, dividere l’abitacolo per la pri-
ma volta con un altro pilota e gestire le
gare di durata erano per me un’incogni-
ta. Penso di aver ottenuto dei buoni risul-
tati ed anche i rapporti umani sono stati
positivi. Ho stretto amicizia con Yuji
Kunimoto, pilota che Toyota mi ha
affiancato all’interno del Team Kraft, e
tra noi è nato un buon rapporto, nono-
stante lo scorso anno sia stato lui a but-
tarmi fuori alla prima curva del Fuji, in
F.Nippon, costringendomi anche ad
andare al pronto soccorso!! Ci siamo
anche confrontati dal punto di vista cul-
turale e linguistico, lui ha insegnato a me
qualche parola di giapponese in più e io
a lui l’italiano. Poi mi sono esercitato con
lui per migliorare il mio giapponese e in
occasione di una delle ultime corse lui ha
addirittura sostenuto un’intera conver-
sazione telefonica con un mio amico in
inglese e italiano. Un bel risultato per
entrambi! In questo finale di stagione
inoltre, sono venuti per la prima volta in
Giappone i miei genitori, approfittando
della gara di Motegi che era poco prima
del compleanno di mio padre e abbiamo
IL MIO GIAPPONE
di Andrea Caldarelli