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          Stefano Semeraro
        
      
      
        Lewis Hamilton quest’anno ha fatto la mossa
      
      
        insieme più giusta e spiazzante, quello che nes-
      
      
        suno si aspettava risultasse vincente, non così
      
      
        presto almeno. Mollare la sua culla dorata alla
      
      
        McLaren per sbarcare nell’incognito chez Merce-
      
      
        des pareva un azzardo, invece è stata una genia-
      
      
        lata. Una cosa però Hamilton non aveva previsto
      
      
        nel suo trasloco: Nico Rosberg. Il Rosberg advan-
      
      
        ced edition, ovviamente: un pilota rigenerato,
      
      
        maturato, così competitivo da rubargli addirittu-
      
      
        ra la scena. In Canada, Hamilton ha rimesso
      
      
        (
      
      
        provvisoriamente) a posto le cose, ma il bilancio
      
      
        dei primi sette GP della stagione è comunque
      
      
        sorprendente. Era probabilmente dai tempi del
      
      
        kart che Hamilton non si trovava così in difficoltà
      
      
        con un compagno di squadra, a parte l’infernale
      
      
        annata in McLaren nel 2007 con Fernando Alon-
      
      
        so. A partire dalle qualifiche, Rosberg ha raccolto
      
      
        fino ad ora tre pole, contro una sola di Hamilton.
      
      
        Fin dai test invernali Nico ha dimostrato di esse-
      
      
        re in grado quasi sempre di capire, analizzare,
      
      
        gestire meglio il rendimento della macchina e
      
      
        soprattutto delle gomme. Di avvicinarsi al GP
      
      
        come si trattasse di un puzzle da completare con
      
      
        pazienza, meticolosità; da analizzare a tavolino,
      
      
        prima ancora di infilarsi nel cockpit.
      
      
        Hamilton è un pilota più viscerale, selvaggio,
      
      
        istintivo del tedesco, e il suo istinto spesso è così
      
      
        affinato, così straordinariamente acuto da
      
      
        garantirgli un vantaggio nel caldo della battaglia.
      
      
        E’ un felino capace di annusare la situazione, di
      
      
        adattarsi alle condizioni di caccia come pochissi-
      
      
        mi altri sanno fare. E questo può mascherare a
      
      
        volte le difficoltà. Ma la Mercedes è una vettura
      
      
        ancora in pieno sviluppo, con margini di miglio-
      
      
        ramento considerevoli che vanno studiati accu-
      
      
        ratamente. E in questo Rosberg  si è dimostrato
      
      
        per ora più efficiente.
      
      
        I FRENI CHE…
      
      
        FRENANO HAMILTON
      
      
        «
      
      
        I mie problemi sono iniziati già alla prima gara
      
      
        –
      
      
        ha ammesso qualche tempo fa l’inglese – per-
      
      
        sino nei test invernali ho fatto fatica, in partico-
      
      
        lare con i freni. Il set-up dei freni e dello sterzo
      
      
        è molto diverso rispetto a quello a cui ero abitua-
      
      
        to alla McLaren, dove nel corso degli anni non
      
      
        era mai cambiato». Qualcuno ha fatto notare che
      
      
        i freni della McLaren sono prodotti dalla Carbo-
      
      
        ne Industrie, mentre alla Mercedes Hamilton si
      
      
        è trovato alle prese con dei Brembo - ai quali
      
      
        Rosberg era già abituato… -  che richiedono una
      
      
        modulazione della frenata più morbida e gradua-
      
      
        le. Una questione che si intreccia con la gestione
      
      
        delle gomme, visto che uno stile di frenata più
      
      
        violenta manda più facilmente in temperature le
      
      
        gomme, ma rischia di surriscaldare i freni; men-
      
      
        tre un dosaggio più dolce del pedale rischia di
      
      
        non portare le gomme al giusto grado di riscal-
      
      
        damento. Serve un equilibrio delicato, e Rosberg
      
      
        fino ad ora l’ha raggiunto più facilmente.
      
      
        Studio, contro improvvisazione.
      
      
        LO STUDIO DI NICO
      
      
        L’ISTINTO DI LEWIS
      
      
        Dove Rosberg ha potuto costruirsi pezzo per pez-
      
      
        zo il weekend, ha avuto la meglio su Hamilton.
      
      
        Dove sono entrati in campo fattori perturbanti –
      
      
        come nelle qualifiche in Australia, a Sepang e a
      
      
        Montreal – Lewis ha fatto valere il suo istinto da
      
      
        predatore. «I nostri ingegneri che stanno lavo-
      
      
        rando con Lewis sono molto bravi – ha dichiara-
      
      
        to ad Autosport Ross Brawn – la nostra intenzio-
      
      
        ne è di fornirgli il tipo di settaggio di cui ha biso-
      
      
        gno, diverso da quello di cui necessita Nico, che
      
      
        peraltro  ha il vantaggio di essere ormai al quarto
      
      
        anno alla Mercedes, di conoscere bene il team e
      
      
        quali tasti toccare per ottenere il risultato desi-
      
      
        derato. Insomma, è anche questione di tempo».
      
      
        Hamilton lo sa. E ha ammesso le sue difficoltà:
      
      
        «
      
      
        Mi aspettavo che Nico fosse così veloce. Quello
      
      
        che non mi aspettavo era di essere io così lento».
      
      
        Una situazione che potrebbe però cambiare in
      
      
        fretta. E stavolta è Rosberg ad esserne ben con-
      
      
        scio. «Per battere Lewis devi essere perfetto in
      
      
        ogni dettaglio. Altrimenti non puoi farcela». La
      
      
        sfida fra due diversi, forse opposti concetti di
      
      
        perfezione in casa Mercedes, è sicuramente una
      
      
        delle più appassionanti della stagione.