PRODUZIONE
      
      
        VOLKSWAGEN GOLF GTD
      
      
        Per possederla bisogna avere almeno
      
      
        31.500
      
      
        euro. Solo così la si avrà nuda e cru-
      
      
        da e con carrozzeria a tre porte. Aggiungen-
      
      
        do cambio automatico e 5 porte il prezzo
      
      
        lievita a quasi 34.200 euro! Quasi 70milio-
      
      
        ni delle vecchie lirette! Per una Golf è dav-
      
      
        vero eccessivo. Anche perché la GTD la fan-
      
      
        no costare ben 1400 euro in più rispetto alla
      
      
        più potente sorella GTI a benzina con 220
      
      
        cavalli. Peccato costi così tanto perché la
      
      
        nuova GTD ha tanti assi. Il nuovo motore
      
      
        ad esempio è così privo di vibrazioni che
      
      
        sembra un benzina, sempre questo 4 cilin-
      
      
        dri ha poi un tiro formidabile tra i 3 e i 4
      
      
        mila giri, e in più arriva fino a 5000. Poi
      
      
        beve davvero poco gasolio, a patto che non
      
      
        gli si tiri il collo. In poche parole è davvero
      
      
        un motore formidabile già in regola con le
      
      
        emissioni antinquinamento Euro 6, obbli-
      
      
        gatorie dall’autunno 2014. Su percorsi
      
      
        misti colpiscono anche l'assetto e lo sterzo
      
      
        della nuova GTD: il primo perché fa muo-
      
      
        vere davvero poco le sospensioni; il secon-
      
      
        do perché non ha reazioni in accelerazione
      
      
        grazie al differenziale elettronico. Alla gui-
      
      
        da della manuale si sono apprezzati anche
      
      
        i rapporti con una quarta da ben 170 km/h
      
      
        e una quindi da 220 km/h e quindi una
      
      
        sesta di riposo per i consumi.
      
      
        I SEGRETI DEL MOTORE
      
      
        Sono finiti i tempi delle centraline. VW per
      
      
        dare corpo al suo quattro cilindri è interve-
      
      
        nuta pesantemente. Soprattutto per rag-
      
      
        giungere l'omologazione euro 6.
      
      
        La cilindrata è sempre di 1.968 ccma è nuo-
      
      
        vo il basamento che è ancora in ghisa ma
      
      
        modificato per resistere a pressioni supe-
      
      
        riori (185 bar) e per ospitare due alberi con-
      
      
        trorotanti eccentrici al posto di quelli di
      
      
        tipo Lancaster sistemati nella coppa del-
      
      
        l’olio. L’impianto di alimentazione dispone
      
      
        di common rail a 2.000 bar invece che a
      
      
        1.800
      
      
        bar, sempre con iniettori a solenoide
      
      
        e fino a 6 immissioni per ciclo. Il turbocom-
      
      
        pressore della HTT e non Bosch Mahle sof-
      
      
        fia a 1,75 bar. Grandi novità per la testa: la
      
      
        distribuzione bialbero ha un variatore di
      
      
        fase e una disposizione delle valvole tra-
      
      
        sversale alla linea dei cilindri. La cinghia
      
      
        dentata è collegata ad un solo albero a cam-
      
      
        me e quest’ultimo ha all’estremità opposta
      
      
        un ingranaggio di rinvio chemuove l’albero
      
      
        a camme che è quello regolato. Questa con-
      
      
        figurazione consente al variatore di fase di
      
      
        agire in modo continuo per 50° (angolo
      
      
        manovella) su una valvola di aspirazione e
      
      
        una di scarico per ogni cilindro. Lo scopo è
      
      
        molteplice. Il primo è quello di sfalsare
      
      
        l’aspirazione favorendo la turbolenza all’in-
      
      
        terno della camera di scoppio, il secondo è
      
      
        indurre il cosiddetto effetto Miller ossia
      
      
        ridurre il rapporto di compressione effetti-
      
      
        vo lasciando aperta la valvola di aspirazio-
      
      
        ne per un tratto della risalita del pistone
      
      
        nella fase di compressione. In questo
      
      
        modo si aumenta il rendimento ridu-
      
      
        cendo le perdite di pompaggio e il rap-
      
      
        porto di compressione dal 15,8:1
      
      
        volumetrico – contro il 16:2 del
      
      
        TDI 2.0 da 150 cv – a quello
      
      
        effettivo di 14,5:1 con riduzione
      
      
        di rumore, vibrazioni e abbas-
      
      
        samento della temperatura
      
      
        di combustione con conse-
      
      
        guente abbattimento dei
      
      
        Nox alla fonte L’impianto di scarico può
      
      
        contare su due EGR: uno a bassa pressione
      
      
        e uno ad alta pressione, rispettivamente
      
      
        dopo e prima del filtro antiparticolato. Il
      
      
        primo agisce solo a basso carico e a motore
      
      
        freddo, il secondo in ogni condizione di uti-
      
      
        lizzo ed è anche refrigerato utilizzando uno
      
      
        dei circuiti di raffreddamento del motore.
      
      
        Tutto il tratto del tubo interessato dai siste-
      
      
        mi di post trattamento è monitorato da due
      
      
        sonde lambda e tre sensori di temperatura.
      
      
        Lo scopo è controllare in modo minuzioso
      
      
        la temperatura dei gas di scarico facendola
      
      
        salire il prima possibile e mantenendola
      
      
        alta senza ricorrere al supporto della post-
      
      
        iniezione, sia per il catalizzatore ossidante
      
      
        sia per limitare al massimo le rigenerazioni
      
      
        del filtro antiparticolato.
      
      
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