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MOTO GP
GARA A JEREZ
Luigi Ansaloni
Ormai sembra quasi superfluo parlare di Marc Mar-
quez, tanto è il suo incredibile strapotere. Un qualco-
sa che non si vedeva da anni, dai tempi di Valentino
Rossi. Il numero 93 non aveva mai vinto a Jerez de la
Frontera, ma nel GP di Spagna c'era da festeggiare:
cento partenze nel mondiale, una tappa importante
per un pilota che, dal titolo ottenuto nella Moto2 nel
2012, ha iniziato una striscia positiva che sembra non
abbia voglia di interrompere. Ora Marquez è a pun-
teggio pieno, quattro vittorie su quattro, roba da
Michael Doohan e, appunto, o da Valentino Rossi,
splendido secondo nella sua pista preferita. Una pre-
stazione che nemmeno l'asso catalano, forse si aspet-
tava ad inizio campionato. «No - ha detto Marquez -
non lo speravo e dopo questa vittoria sono ancora più
contento perché questo è un circuito dove ho sempre
fatto fatica. Vincere così, con 5 secondi di vantaggio,
magari non è stato divertente, ma è stato ancora di
più speciale per me».
MARQUEZ NON SA…
PERCHÉ È COSÌ FORTE
La bagarre dei primi giri, quella con Rossi, sembrava
l'inizio di una «cavalleria rusticana» tra i due piloti,
ma le scintille, purtroppo per il pubblico, sono dura-
te poco più di due tornate. «Alla fine non speravo in
una gara così - ha detto Marquez – pensavo venisse
fuori più lotta, specialmente con Rossi, Lorenzo e
Pedrosa, ma ho visto sin dall'inizio che potevo anda-
re via». NemmenoMarquez ha ben chiara quale sia la
sua forza, forse è troppo giovane e paradossalmente
inesperto per rendersene conto, anche se parliamo di
uno che ha già vinto tre titoli mondiali in tutte le cate-
gorie e che promette di vincerne ancora tanti,ma dav-
vero tanti. E se non ci fosse stata questa presenza,
sarebbe stato il trionfo di Rossi, di uno straordinario
Rossi, davvero. Il campione della Yamaha, a 35 anni
suonati è ancora lì a battagliare con i nuovi talenti e i
vecchi avversari senza mai calare la guardia, riuscen-
do addirittura a migliore da una stagione all’altra,
come fosse un pivellino, un debuttante. Erano quat-
tro anni che Valentino non assaggiava il podio della
pista andalusa. «Era dal 2010 - ha detto Rossi - che
non salivo più sul podio a Jerez, che è una delle mie
piste preferite in assoluto, forse quella che più amo, e
quindi era molto importante per me cercare di fare
una bella gara nella Catedral, come la chiamano gli
spagnoli, perché è il Gran Premio di Spagna con più
storia, per antonomasia».
ROSSI “BASTONA”
ANCORA LORENZO
La bagarre iniziale di Marquez ha acceso gli spalti
gremiti - 229.426 gli spettatori presenti nei tre gior-
ni, ben 117.001 solo domenica, numeri davvero
mostruosi -dellapistadi Jerez, Marquez eRossi sono
i due beniamini per eccellenza del caldo pubblico
spagnolo. «Peccato per Marquez - ha detto Rossi -
mi sarebbe piaciuto stargli più vicino, ma andava
veramente troppo forte, non era veramente possibi-
le reggere il suo passo. Sono dovuto partire con la
gomma extra-hard, una scelta azzardata e all'inizio
facevo fatica, ma è stata la scelta giusta perché pen-
so che Lorenzo, con la media, abbia avuto dei pro-
blemi alla fine. Poi è arrivato Dani Pedrosa, ma non
mi sarei fatto fregare neanche morto all'ultimo
giro». Allo statoattualedelle cose, sembraRossi l’av-
versario principale di Marquez per il mondiale,
anche se con tutto il rispetto per il Dottore, l’unico
vero antagonista del “Piccolo Diavolo” in questo
momento è solo Marquez stesso. Intanto però, il
numero46bastonaquasi regolarmenteJorgeLoren-
zo, che lo scorso anno vedeva solo con il binocolo sia
in qualifica che in gara, e questo la dice lunga sulla
ritrovata forma del dottore. Le buone notizie per
l’Italia non finiscono col Dottore: la Ducati viaggia,
non con i primi ma viaggia, e Andrea Dovizioso, è
arrivato quinto.
FENATI SI RIPETE
NELLA MOTO3
Ma soprattutto il tricolore sventola nelle classi
minori, perchè Romano Fenati ha vinto il GP di
Spagna nella Moto 3. Il pilota di Ascoli è riuscito
a imporsi su Efrem Vazquez (Honda) e su Alex
Rins (Honda). Per il pilota del Team Sky Vr46 si
tratta della seconda vittoria consecutiva, dopo
quella inArgentina di una settimana fa. Nella gara,
molto concitata, è caduto Niccolò Antonelli (Ktm)
al terzo giro, mentre era nel gruppo dei primi.
Bene Francesco Bagnaia (Ktm), che ha chiuso nei
primi 10, all'ottavo posto. Insomma, l’erede di
Rossi, scongiuri a parte, c’è già. Anche se l’Everest
del numero 46 è ancora tutto da scoprire…
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