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FORMULA 1
GP ITALIA
Stefano Semeraro
Sembra una vecchia vignetta post-ele-
zioni di Altan: «Poteva andare peggio?».
«No». La Ferrari a Monza era arrivata
con la testa già mezza fasciata e la paura
di fare l'ennesima figuraccia della stagio-
ne, ma stavolta davanti al pubblico di
casa, l'incubo si è puntualmente avvera-
to. Un 8 settembre arrivato con un gior-
no d'anticipo. Alonso con il motore semi-
arrostito per un problema elettrico – pri-
mo ritiro per cause tecniche dopo 86
gare - Raikkonen tristemente nono che
ha rischiato di farsi beffare persino dal-
la Toro Rosso dello sbarbatello Kvyat.
Dulcis in fundo, il podio di Felipe Mas-
sa, silurato un anno fa per manifesta
incapacità a tenere alto il nome della
Rossa e domenica era lì, radioso terzo,
con tanto di pugno battuto sul cuore
davanti ai tifosi inneggianti. Domanda
della disperazione a Fernando Alonso:
«Pensa che la Ferrari vincerà una gara
entro la fine dell'anno?». Risposta:
«No». Proprio come nella vignetta di
Altan.
«Per uscire da questo momento difficile
dobbiamo restare concentrati sul lavoro
– ha dichiarato Marco Mattiacci – e del
resto sapevamo che Spa e Monza per noi
sarebbero state gare difficili. Abbiamo
fallito sia con la power unit sia con l'ae-
rodinamica». E meno male che il pleni-
potenziario tecnico James Allison dopo
Spa si era detto fiducioso. Insomma, nel
giorno del traumatico benservito a Luca
di Montezemolo il problema, oltre che
progettare una vettura capace di inverti-
re la desolante tendenza al fallimento a
partire dal 2015, è diventato quello di
evitare altri sprofondi, la fine della
pazienza di una tifoseria tanto generosa
quanto umiliata. Di scongiurare il peri-
colo di perdere la faccia. Che è poi quel-
lo che irrita tanto il “padrone”Marchion-
ne.
«Mi spiace questa conclusione così ama-
ra, in particolare per i tifosi che non ci
fanno mai mancare il loro calore – ha
detto Alonso, che al momento del black-
out elettrico si affannava a lottare per un
11esimo posto – e anche per i meccani-
ci, che hanno lavorato senza sosta e ora
hanno il morale sotto i tacchi». La colpa
del guasto a quanto pare è dell'ERS, che
non riusciva a ricaricare l'energia. «Da
qualche giro avevo la batteria quasi a
zero – ha spiegato Fernando – poi si è
spento tutto. Nel primo stint eravamo
competitivi, dopo il pit-stop ci siamo tro-
vati in fondo ad un trenino così abbiamo
deciso di cambiare tattica, staccandoci
dal gruppo per conservare le gomme ed
eventualmente attaccare a fine gara. Poi,
è iniziato il problema, comunque non
sono mai stato in grado di sorpassare».
Morale da armistizio dichiarato: «In
fondo finire la gara sesti, noni o non
finirla a questo punto non cambia nien-
te». Come a quanto pare non è cambia-
ta l'idea meravigliosa di Alonso, deciso a
restare a oltranza a Maranello (dietro
lautissimo compenso, ovviamente) fino
a quando non riuscirà a prendersi alme-
no un mondiale in rosso.
Il disastro di giornata è stato conferma-
to anche da Raikkonen: «Il bilanciamen-
to era buono e la vettura nel complesso
andava bene, ma mi mancava velocità
sul rettilineo e avevo poca aderenza.
Appena mi avvicinavo a qualcuno la
macchina iniziava a scivolare di qua e di
là. Più di così non sono riuscito a fare,
ora speriamo nelle prossime gare che per
noi dovrebbero essere meno difficili».
Conviene sperare? La risposta temiamo
di saperla.
Il disastro peggiore di una stagione deprimente è arrivato proprio davanti al pubblico
di casa, con Alonso fermato da un guasto elettrico e Raikkonen perso a metà
classifica. E l'ex Massa sorridente sul podio. Le prossime gare sulla carta saranno
più adatte alla F14T, ma l'obiettivo ora è evitare l'umiliazione
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