Lawson imbarazza la Red Bull
Che prestazione a Spielberg
Massimo Costa - XPB Images
E’ sempre antipatico stilare paragoni, guardare a quel che è stato, ma è impossibile non farlo quando di mezzo ci sono la Racing Bulls, la Red Bull e i suoi piloti sotto contratto. Ergo, il caos generato più da Helmut Marko che da Christian Horner negli ultimi anni. Domenica scorsa a Spielberg, Liam Lawson ha disegnato un weekend perfetto al volante della monoposto progettata e realizzata dalla Racing Bulls di Faenza. Una qualifica spettacolare, che lo ha proiettato al sesto posto, una gara funambolica che lo ha visto piazzarsi sesto con un solo pit-stop effettuato.
Ciò vuol dire, una gestione eccezionale delle gomme da parte di questo 23enne neozelandese trattato come carta straccia da Marko. Che lo aveva voluto in Red Bull, al posto del rinnegato Sergio Perez, prelevandolo dal team faentino salvo poi rispedirlo in Romagna dopo appena due Gran Premi. Sì, avete letto bene, due Gran Premi, Melbourne e Shanghai. Lawson ha accusato il colpo, lo shock. Si lavora tanto per arrivare al top della F1, poi basta un nulla, due gare difficili, e tutto sembra perduto.
Proprio come accaduto a Jack Doohan in casa Alpine per volontà di Flavio Briatore, sostituito da Franco Colapinto il quale non riesce proprio a far meglio dell’australiano. Dunque, paragoni, risatine, incompetenza di qualcuno... Lawson ci ha messo un po’ a trovare la giusta serenità mentale, finché sul circuito dove di solito conta molto la guida, Monte Carlo, per la prima volta nel 2025 ha centrato la Q3 (nono) e in gara si è piazzato ottavo conquistando anche i primi punti.
La Top 10 l’ha sfiorata a Montmelò, 11esimo, poi dopo una battuta a vuoto in Canada, è arrivato il capolavoro sulla pista di proprietà della Red Bull. Un vero smacco per Horner e Marko che a Spielberg hanno scritto uno zero nella classifica costruttori. Fuori gioco Max Verstappen, il giapponese Yuki Tsunoda che ha rimpiazzato Lawson, è sempre stato nelle retrovie.
Contano i numeri per la Red Bull? Questi sono i numeri allora. Lawson con la Racing Bulls ha totalizzato 12 punti, Tsunoda con la Red Bull 7. Il jap ne aveva ottenuti 3 nella seconda gara dell’anno quando era ancora a Faenza, quindi in toale ne ha 10. Ma in tutto questo, è bene sottolinearlo, non c’è alcuna colpa da parte dei piloti. Se Lawson fosse rimasto in Red Bull, avrebbe continuato a faticare non poco, se Tsunoda fosse rimasto in Racing Bulls, avrebbe firmato risultati importanti, come Isack Hadjar.
Per l’ennesima volta va ribadito che finché la Red Bull costruisce monoposto su misura per le caratteristiche di un solo pilota, l’altro andrà in confusione. L’elenco è talmente lungo ormai che non basta un foglietto di block notes. Grazie a Lawson, Racing Bulls fa un bel salto in avanti nella classifica costruttori, confermando il sesto posto con un più 7 punti sulla Haas, un più 8 sulla Aston Martin e un più 10 sulla Sauber. Ci sarà da lottare nel prosieguo del campionato per quella sesta piazza che fa gola a tutti.