Monte Carlo - Il caso
La vittoria scippata a Fornaroli
Errore da dilettanti della direzione gara
Massimo Costa - XPB Images
In pochi se ne sono accorti, se non i più attenti tra gli addetti ai lavori e, ovviamente, chi era al muretto box. Domenica, a Monte Carlo, si è consumata una ingistuzia senza precedenti, che ha finito per sconvolgere l'ordine di arrivo della Feature Race della Formula 2. Cosa è accaduto? Quando al termine della corsa mancavano 14 minuti (non venivano più presi in considerazione i giri dopo la lunga sosta con bandiera rossa per l'incidente subito dopo la partenza), Dino Beganovic ha sbattuto contro le barriere del Casinò mentre si trovava nelle retrovie.
Subito la direzione gara ha optato per la Virtual Safety Car, con Leonardo Fornaroli che conduceva il gruppo davanti a Sebastian Montoya e Arvid Lindblad, poi Jak Crawford. Ancora non era stato effettuato il cambio gomme obbligatorio. Le monoposto, in regime di VSC, procedevano lentamente quando ecco che, improvvisamente, la direzione gara ha scelto di mandare in pista la safety-car.
Normale, si dirà, capita spesso. E invece no. Quello che non è stato normale è il momento in cui è stato deciso di fare entrare la vettura di sicurezza. Quando i primi tre avevano superato l'ingresso box, qualcuno nella direzione gara ha "spinto" il bottoncino creando così l'occasione propizia per Crawford, quarto, di entrare subito in pit-lane per primo, cambiare gli pneumatici e ritrovarsi così al comando senza colpo ferire. Con Fornaroli, Montoya e Lindblad costretti a sostare il giro dopo.
Un grave errore, che ha completamente condizionato l'esito della gara. Se era sfuggito il momento propizio per esporre le segnalazioni SC quando il primo del gruppo aveva superato l'ingresso della corsia box, logica avrebbe imposto che la SC fosse stata chiamata nel momento in cui tutti avessero completato il giro successivo. Perché allertare la SC dopo che i primi tre erano già transitati? Non c'era una situazione di pericolo, le monoposto erano in VSC.
Dilettanti, è stato il termine più gentile che si poteva ascoltare nel paddock della Formula 2. Fornaroli è stato completamente scippato della vittoria, finita nelle mani di Crawford soltanto grazie alla incapacità nel leggere lo svolgimento della gara da parte di chi sta nello stanzino dei comandi.
E non è la prima volta che accade un fatto del genere. Nella qualifica di Imola, per esempio, è stata fatta esporre la bandiera rossa mentre alcuni piloti stavano percorrendo il giro finale. Kush Maini era uscito nel primo tratto del circuito imolese, già superato da tutti, quindi perché (anche in questo caso) condizionare la classifica finale? Chi tagliava il traguardo, avrebbe ovviamente subito rallentato non creando alcuna condizione di pericolo. Basti pensare che Lindblad si è trovato i semafori rossi quando era praticamente sulla linea di arrivo.
Chi è preposto a dirigere un evento composto da professionisti, quale è la Formula 2, dovrebbe comportarsi come tale e non agire in base all'istinto. Le gare, le qualifiche, le situazioni che si creano, dovrebbero essere lette nel modo migliore. Stesso discorso vale per le penalità comminate a destra e sinistra, spesso e volentieri senza una logica consequenziale in base alla gravità degli episodi verificatisi. Servono professionisti, e ben retribuiti, in direzione gara, non volontari dilettanti allo sbaraglio.