20 Set [20:29]

Hulkenberg, il pilota consistente
che rischia di non correre più in F1

Massimo Costa

Mai distribuire certezze nel mondo della F1. Quando tutti erano sicuri che Pierre Gasly avrebbe terminato la stagione con la Red Bull, ecco che è arrivata la notizia della retrocessione alla Toro Rosso. Quando tutti erano assolutamente convinti che Nico Hulkenberg avrebbe preso il posto di Romain Grosjean nel team Haas, ecco che è arrivata la conferma del franco-svizzero al fianco di Kevin Magnussen. La motivazione della scelta effettuata da Gene Haas l'ha spiegata Gunther Steiner, il team principal:

"E' stata una decisione che abbiamo preso assieme, io e Gene, perché vogliamo concentrarci sulla vettura 2020 e di conseguenza non avere un problema piloti, avventurarci in qualcosa di nuovo. Stimiamo Romain, la mancanza di risultati in questa stagione non dipende da lui nè da Kevin. Grosjean in questi anni con noi è stato molto importante e ci è sembrato giusto puntare ancora su di lui e sulla sua esperienza. Hulkenberg? E' stato preso in considerazione, ma non c'è mai stata una trattativa seria, mai gli abbiamo proposto un contratto".

A quanto pare, Hulkenberg e il team Haas non sono mai stati sul punto di concludere alcun accordo. E lo stesso pilota tedesco ha lasciato intendere che, in fondo, la squadra americana non era nei suoi piani: "Non voglio rimanere in F1 a tutti i costi, non sono così disperato. L'ho detto anche ad Haas e non voglio mancare di rispetto alla Williams", per la quale ha anche corso nel 2010, suo primo anno in F1. 

Riassumendo, Haas non voleva inserire nel proprio team nuovi elementi, Hulkenberg non riteneva la squadra diretta da Steiner in grado di dare una svolta alla sua già lunga e interessante carriera. Chissà perché, allora, ci si era convinti che il destino di Hulkenberg sarebbe stato in Haas e che Grosjean sarebbe stato licenziato in tronco, nonostante qualche screzio con Steiner e Magnussen. Tutto è bene quel che finisce bene in casa Haas, ma a questo punto il futuro di Hulkenberg in F1 è a serio rischio.

Quali sono allora le chance per il 32enne nato a Emmerich, di continuare la sua carriera nel Mondiale? Ci potrebbe essere una opzione Red Bull nel caso Alexander Albon non convinca fino in fondo al pari di PIerre Gasly, per un eventuale ritorno a fianco di Max Verstappen, e Daniil Kvyat. Ma Christian Horner a Singapore ha già detto che per il 2020 valuteranno per il sedile Red Bull soltanto piloti sotto contratto con loro. Ovvero i tre sopra citati. Anche se, a dirla tutta, di Horner non ci si può fidare molto. Pochi giorni prima dell'annuncio del passaggio di Gasly dalla Red Bull alla Toro Rosso, aveva specificato che il francese non si sarebbe mosso da Milton Keynes...

L'opzione più seria è rappresentata dall'Alfa Romeo. Il primo motivo è la presenza come team principal di Frederic Vasseur, ovvero colui che quando dirigeva la ART, ha portato al successo nel FIA F3 e in GP2 proprio Hulkenberg, recitando poi, alla fine del 2016, una parte fondamentale nell'ingresso in Renault del tedesco quando è stato per un breve periodo team principal del costruttore francese. Insomma, la stima reciproca è particolarmente elevata. Con Kimi Raikkonen forte di un contratto per il 2020, e non vi è certo la necessità di interromperlo considerando la grande stagione che sta disputando e i 31 punti conquistati, l'anello debole è divenuto Antonio Giovinazzi.

Il pilota italiano ha recuperato appena 3 punti e il divario con Raikkonen è notevole. A questo si aggiungono diversi errori commessi nel corso del campionato, ma a suo discapito va detto che affrontare un campionato come la F1 dopo due anni di forzato riposo, non è cosa semplice. Nel team Alfa Romeo lo sanno e Vasseur ha sempre difeso Giovinazzi, anche a Singapore, in questi giorni, quando è stato messo alle strette sul discorso Hulkenberg: "Siamo concentrati sulla crescita di Antonio", ha sostenuto Vasseur. Non va poi dimenticato che Giovinazzi è pilota Ferrari, che lo ha fortemente voluto in seno all'Alfa Romeo. Bocciare a fine stagione il pilota pugliese sarebbe una mancanza di delicatezza e una forzatura in quanto Giovinazzi, come accennato sopra, ha dovuto combattere con quei 2 anni di stop che condizionano enormemente un qualsiasi pilota.

E' anche vero però, che in F1 i sentimentalismi durano qualche minuto, poi si guarda al concreto ed è una dato di fatto che un pilota come Hulkenberg in Alfa Romeo oggi, avrebbe portato alla squadra di Hinwil un bel bottino di punti . Nico ne ha 31, ottenuti con la Renault, curiosamente gli stessi di Raikkonen. Facendo un rapido conteggio, l'Alfa Romeo avrebbe 62 punti, uno più uno meno, in piena corsa per la quarta posizione nel mondiale costruttori. Sono ragionamenti che pesano, senza dubbio. Un'accoppiata Raikkonen-Hulkenberg nel 2020 è sinonimo di consistenza e velocità, con loro due non si sbaglia. Non vorremmo essere nei panni di Vasseur e dei suoi compagni di viaggio nel team di Hinwil. Puntare ancora su Giovinazzi, il cui notevole potenziale è ancora tutto da esprimere, o andare sul concreto con Hulkenberg? 

Il buon Nico ha disputato a oggi 170 Gran Premi. E' entrato in F1 nel 2010 con la Williams, compagno di squadra Rubens Barrichello, conquistando nel GP del Brasile una incredibile pole, l'unica della sua carriera. Nel 2011 è, però, rimasto a piedi, venendo recuperato dalla Force India come tester e terzo pilota nelle prove libere del venerdì. Poi, nel 2012 è rientrato a tempo pieno in F1 con la Force India (suo compagno Paul Di Resta) passando alla Sauber nel 2013, con lui Esteban Gutierrez. L'anno seguente, di nuovo Force India con la quale è rimasto anche nel 2015 e 2016 avendo come compagno Sergio Perez. Dal 2017 è alla Renault. Nel 2015, va segnalata la vittoria alla 24 Ore di Le Mans con la Porsche LMP1.

Di Hulkenberg si contesta che non ha mai ottenuto un podio al contrario di Perez che nel periodo 2014-2016, con la stessa Force India di Nico si è piazzato al terzo posto per ben quattro volte: una nel 2014 a Sakhir, poi a Sochi 2015, a Montecarlo e Baku 2016. Hulkenberg può replicare con la pole del 2010 ed è partito in prima fila nel GP di Austria del 2016, secondo in qualifica mentre i suoi migliori risultati in gara sono stati tre quarti posti a Spa 2012 con la Force India, a Yeongam 2013 con la Sauber e nuovamente a Spa nel 2016 con la Force India. Gli è mancata la zampata giusta, quella che Perez ha saputo costruire sfruttando al meglio situazioni favorevoli. Hulkenberg non ci è riuscito e quando poteva fare la gara della vita, lo scorso luglio a Hockenheim con la pioggia, è andato a sbattere in quella curva finale dove già aveva parcheggiato Charles Leclerc. Una grande occasione persa.

Hulkenberg è un pilota che porta fieno in cascina, esperto, affidabile (anche se l'errore di tanto in tanto affiora), consistente, serio. In carriera ha totalizzato 505 punti che spalmati sulle 170 gare disputate fanno una media di 2.97 punti per ogni singola corsa svolta. Per fare un confronto con un pilota tuttora in attività e che ha gli stessi GP sulle spalle, il suo ex compagno Perez, 169 GP effettuati, ha conquistato 556 punti, media 3.28. Il messicano, come Hulkenberg, ha sempre corso con vettura di fascia di centro classifica. Oppure Grosjean, 157 gare alle quali ha preso parte, ben 10 podi ottenuti, ma 389 punti portati a casa per una media di 2.47 a corsa.

Diciamo quindi che a Hulkenberg manca soltanto il podio come classica ciliegina sulla torta. Per il resto, ha dimostrato nel suo lungo percorso di avere tutti i numeri, le qualità, per proseguire in F1, con la certezza di portare in dote una media di 3 punti a Gran Premio. Considerando che il prossimo anno ce ne saranno 22, chi gli vorrà sottoporre un contratto sa già in partenza che potrà contare su un bottino di punti notevole...