23 Nov [23:07]

Intervista a Marciello:
"Le piste vecchio stile le mie preferite"

Massimo Costa

Campione assoluto del Blancpain GT 2018 al suo secondo anno nella serie dopo una brillante carriera in monoposto che lo ha portato a guidare la Ferrari e la Sauber, Raffaele Marciello ha vissuto un'altra stagione di buon livello seppur con qualche momento negativo. Ma il 25enne pilota italiano ha pur sempre ottenuto vittorie a Zandvoort e Budapest (due), ha conquistato la seconda posizione a Misano ed è stato grande protagonista sui quei tracciati definiti impossibili, quelli dove l'istinto, il talento, la classe, fanno la differenza, ovvero Bathurst e Macao. Raffaele ha aperto il 2019 con una pole sul circuito australiano dove poi ha concluso terzo, ed ha chiuso l'anno con un'altra pole nel toboga cinese a cui ha fatto seguito la vittoria finale. Sempre legato a Mercedes, il cui contratto terminerà alla fine del 2020, Marciello si racconta in questa intervista.

Raffaele, hai iniziato l'anno con una splendida pole a Bathurst condita dal terzo posto finale in gara, l'hai conclusa (kyalami a parte) con un eccezionale weekend a Macao. In mezzo, una stagione di alti e bassi. Pensi che la vittoria a Macao possa rilanciarti a dovere?
"Per me è stato un anno comunque positivo. Ho fatto pole, sono stato sempre uno dei più veloci, anche se nel GT accadono varie combinazioni che possono determinare i risultati, ma nel complesso non è andata male. La vittoria di Macao è stato un bel 'boost', però alla fine non cambia nulla su quello che penso di me, magari è stata più una gratificazione verso gli altri per evidenziare che sono sempre veloce".

Bathurst, Macao, sui tracciati impossibili sembra che tu riesca ad esprimerti al meglio... Cosa emerge di più: l'istinto, il coraggio o cos'altro?
"Mi piacciono molto le piste vecchio stile dove se commetti un errore sei fuori. Le gare di Bathurst e Macao sono eventi molto seguiti e se realizzi la pole o vinci se ne parla molto, ma in realtà sono competitivo su ogni tipo di tracciato".

Hai anche vinto a Zandvoort e Budapest nella Sprint e ottenuto un secondo posto a Misano. Però, forse ci si attendeva qualcosa in più dopo aver vinto il titolo 2018. Cosa è mancato fondamentalmente?
"Sono stato sfortunato in due gare Sprint rimediando due ritiri, ma come dicevo prima, nel GT le variabili sono tante, con gare lunghe, pit-stop, e può accadere di tutto. Vincere il titolo ogni anno è molto complicato"

Questo è stato il tuo terzo anno nel mondo GT dove sei rapidamente divenuto un top driver. Tra poco compirai 25 anni, sei giovanissimo, e dove ti vedi nel futuro? Sempre legato al GT o tenterai nuove esperienze, magari in USA o Giappone?
"Sono un pilota Mercedes e nel 2020 sarò ancora con il costruttore tedesco. Sono contento così e non so proprio cosa potrà riservarmi il futuro".

Le monoposto sono ormai un capitolo chiuso?
"Nella vita non si sa mai, come detto sono nell'ambito Mercedes e di sicuro la F1 è una storia andata. Però, magari che so, la Formula E o la Indycar un giorno potrebbero vedermi coinvolto. Ma adesso mi trovo bene dove sono e non penso a un ritorno in monoposto".

Cosa ti piace di più nel tuo lavoro con le GT: la fase di sviluppo pre stagione (ricordo che ti vidi a inizio anno a Le Castellet per provare delle gomme), il coinvolgimento con la squadra per raggiungere l'obiettivo, l'essere parte di un grande costruttore, o davanti a tutto c'è sempre e solo la gara, il giro secco in qualifica elementi che in fondo per un pilota sono il punto massimo dell'adrenalina?
"Devo dire che mi piace tutto quello che fa parte del mondo delle corse, dall'ambiente del paddock alle gare Endurance e anche quelle Sprint. Più sono in pista e più sono contento, per quello cerco sempre di essere al via di numerosi eventi durante la stagione".

Infine, dove ti vedremo nel 2020? E con chi? Farai nuovamente Bathurst e la 24ore del Nurburgring?
"Non so ancora che campionati farò, ma sono certo che alla fine sarà tutto come nel 2019".
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