28 Feb [11:10]

L'IndyCar torna in pista
Favoriti, sfidanti, italiani e... vittime

Marco Cortesi

La stagione dell'IndyCar è alle porte. Questo weekend prenderà il via come da tradizione a St. Petersburg, con uno schieramento full-time di 27 vetture che non si vedeva da un po'. Per analizzare la situazione in maniera più "trasversale" abbiamo affrontato alcuni dei punti più interessanti, individuando outsider e favoriti e identificando le domande che dovranno trovare risposta.

Appuntamento per domenica 5 marzo alle 18:00 italiane. La diretta nel nostro paese sarà offerta da Sky Sport F1, con l'opzione di SkyGo e NOW.

I favoriti
Penske e Ganassi hanno vinto cinque volte a testa negli ultimi 10 anni. Entrambe le squadre hanno piloti fortissimi. Se da una parte Ganassi sembra la squadra che investe di più nel futuro, il Capitano vorrebbe andare sul mercato quando ne avrà bisogno. Da una parte, i favoriti sono Will Power, campione in carica rinato grazie a un atteggiamento più tranquillo e ragionevole, e Josef Newgarden, sempre pericoloso. Dall'altra Scott Dixon, pluricampione in cerca di un ultimo urrah, e Alex Palou, velocissimo in procinto di passare alla McLaren.

Gli sfidanti
McLaren e Andretti sono senza dubbio gli sfidanti più vicini e pericolosi. Da una parte, si è continuato a rinforzare la squadra sia dal lato dei piloti, con l'arrivo di Alexander Rossi, sia da quello organizzativo, con un nuovo dipartimento tecnico guidato da Brian Barnhardt. Già negli ultimi due anni la struttura di Zak Brown è stata in gioco per il titolo: potrà eliminare anche gli ultimi punti deboli nel 2023? Viceversa, in Andretti si continua con lo stesso assetto, ma con un interessante innesto: quello di Kyle Kirkwood, talento della Florida andato benissimo ai test.

Ultima Chance
Quest'anno potrebbe portare a Colton Herta una delle ultime chance per conquistare la superlicenza e puntare a un sedile in Formula 1, ammesso che Andretti riesca ad entrare nel Mondiale o qualcun altro sia interessato. Dato che la FIA continua a penalizzare l'IndyCar a favore della Formula 2, Herta per prendere 40 punti e non dover fare conti deve solo vincere. Dopo aver lottato per il successo da Meyer-Shank, Jack Harvey ha invece deluso come risultati da RLL. Ma è possibile che un pilota abbia di colpo perso smalto? O si tratta di un metodo di lavoro diverso e incompatibile? L'inglese avrà ancora una possibilità per rimettersi in carreggiata.

Gli outsider
Il team Meyer-Shank Racing è passato dalla vittoria nella Indy 500 ad una stagione di delusioni. Dovesse tornare nella giusta direzione, la squadra di Michael Shank potrebbe lottare al top con Simon Pagenaud ed Helio Castroneves.

Gli italiani
Anche se non ci sono piloti italiani al via, c'è molto tricolore in IndyCar. Non solo lato costruttore, Dallara. In RLL è arrivato il brianzolo Stefano Sordo, oltre 20 anni di esperienza in Red Bull e McLaren F1, come direttore tecnico. In Foyt continua l'esperienza pluriennale del perugino Daniele Cucchiaroni, Race Engineer del rookie Benjamin Pedersen.



Dall'Europa con furore
L'anno scorso, Romain Grosjean non è stato incisivo da Andretti, chiudendo tredicesimo, ma è stato anche sfortunato. Riuscirà a centrare la prima vittoria? L'anno scorso, a Long Beach ci era andato vicino con un secondo posto. Dietro a lui in classifica, il rookie of the year Christian Lundgaard. Anche il danese ha centrato un secondo posto, a Toronto, e quest'anno ha avuto un "upgrade" tecnico e organizzaativo da RLL. C'è ancora Callum Ilott da Juncos-Hollinger: molto per lui dipenderà dai progressi della squadra, visto che il potenziale velocistico è stato chiaro. Si aggiunge al gruppo per le piste stradali Marcus Armstrong, da tenere d'occhio.

Il ritorno
Santino Ferrucci torna a tempo pieno dopo delle prove positive in sostituzione di altri piloti. Performare su tutta una stagione è però diverso, e il team Foyt ha bisogno di un leader. Riuscisse a diventarlo, potrebbe essere per lui il salto di qualità.

La curiosità
Leggendario pluricampione delle gare del suo Paese, con poca esperienza di ruote scoperte, non più giovanissimo ma debuttante in IndyCar. Sembra la biografia di Scott McLaughlin, ma è anche quella di Augustin Canapino, argentino al debutto con Juncos per seguire le orme del Kiwi. Nonostante gli sforzi, il team non è Penske, e lui ha qualche anno di più sulle spalle, ma nei test è andato bene. Dopo l'iniziale adattamento potrebbe sorprendere

La vittima sacrificale
Campione Indy Lights 2022, Linus Lundqvist sarà a piedi. Al danese sono stati preferiti piloti meno blasonati e vincenti: paga il fatto di avere il passaporto "sbagliato"?