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4 Ott [14:50]

Bortolotti e Caldarelli
campioni gemelli per Lamborghini

Antonio Caruccio

Lo scorso fine settimana ha regalato al motorsport italiano la gioia di vedere coronati campioni internazionali due alfieri del tricolore. Mirko Bortolotti ed Andrea Caldarelli hanno infatti conquistato il titolo del Blancpain GT Series Endurance Cup, col trentino che ha anche raddoppiato cogliendo il successo assoluto nella serie organizzata da SRO in coppia con Christian Enghelhart. Questo trittico inoltre, ha regalato al team Grasser il titolo squadre grazie alla Lamborghini Huracan.

Ma la storia di Bortolotti e Caldarelli ha molti punti in comune. Nonostante i due non si siano mai incontrati e confrontati direttamente prima di quest’anno, le tappe che li hanno portati ad essere compagni sono state simili. Più precoce il pescarese, che già nel 2005 è diventato il più giovane a vincere una gara di Campionato Italiano in Formula Azzurra, col trentino impegnato l’anno dopo nella serie propedeutica ACI-CSAI. Nel 2008 Mirko si è laureato campione Formula 3 Italia e l’anno dopo è entrato nel programma Junior Red Bull, mentre Andrea era già sotto l’ala protettiva del programma Junior Toyota che gli aveva anche permesso (grazie ai risultati conseguiti nella Eurocup Renault e nel FIA F.3) di salire sulla monoposto di F.1 nei test del Bahrain.

Il 2010 ha visto Bortolotti uscire dalla Red Bull (ed aveva provato la Toro Rosso a Jerez) per divenire parte del primo corso del Ferrari Driver Academy. Mirko ha così partecipato al campionato della GP3, mentre Caldarelli, a causa della chiusura dei programmi Toyota F.1, è rientrato in Italia nella F.3 tricolore. L’anno dopo, tutto è cambiato per Mirko, uscito anche dal Ferrari Driver Academy e ritrovandosi a dover ripartire da zero nella Formula 2 monogestione, mentre Caldarelli eguagliava il podio ottenuto dal trentino nel 2010 in GP3, nella gara di esordio a Istanbul, venendo immediatamente richiamato da Toyota in Giappone per correre nella Formula Nippon.

E mentre Mirko si laureava campione in Megane Trophy (2013), Caldarelli era già pilota ufficiale Lexus nel Super GT, con cui ha colto un podio nella difficile stagione del debutto e lottando nei quattro anni successivi per l’assegnazione del titolo. Bortolotti invece, diventava il volto del nuovo progetto Lamborghini, sviluppando la Huracan sin dai primi chilometri, divenendo il vero e proprio punto di riferimento del costruttore di Sant’Agata. Ed è in quegli stessi uffici, poco meno di un anno fa, dopo i risultati ottenuti in alcuni test privati che Caldarelli ha svolto per FFF Racing, che è nata la brillante idea di unire i due italiani.

Impossibile farlo per l’intera stagione, perché il pescarese era già la punta di diamante di Lexus nel Super GT, ma il calendario permetteva di poter inserire Andrea al fianco di Mirko ed Engelhart nelle gare del Blancpain Endurance. Ed ecco che sono arrivate subito le vittorie di Monza e Silverstone, con Bortolotti che nel frattempo sbaragliava la concorrenza anche nella serie Sprint e nel GT Masters tedesco. I risultati di Barcellona, sembrano dunque un logico risultato di equazione dai fattori molto chiari.

“Quello di quest’anno è un titolo molto speciale. Non dimentico certo le affermazioni in F.3, F.2 o Megane, ma questo del Blancpain è un titolo che ha un valore diverso. Il progetto con Lamborghini è nato tanti anni fa, ed ogni volta abbiamo spinto per migliorarci il più possibile e questo successo ripaga ovviamente il lavoro di tutti”, dice Bortolotti.

“Questo del 2017 è il primo titolo della mia carriera. Ci sono sempre andato molto vicino, ma per qualche motivo succedeva sempre qualcosa che mi lasciava con l’amaro in bocca. Questo è il primo passo, ma devo ringraziare chi in Lamborghini Squadra Corse ha creduto in me, penso sia un buona ricompensa”, sono le parole di uno stanco Caldarelli, già volato dall’altra parte del mondo per correre nel Super GT.

C’è stato un momento in cui pensavate di non farcela?
Bortolotti: “Assolutamente, come d’altra parte non c’è nemmeno mai stato un momento in cui ho pensato che ce l’avremo fatta. Nel Blancpain anche se tu sei al 100% e lo è anche la macchina, ci sono tanti fattori esterni che possono condizionare il risultato. Ho cercato di dare sempre il massimo in qualifica, conquistando ad esempio il record a Brands Hatch e quei 57 millesimi di Spa mancati, ancora mi indispettiscono. Tuttavia se devo evidenziare un punto di svolta, è stato Budapest, nello Sprint, con due podi che ci hanno messo sulla buona strada”.

Caldarelli: “Sicuramente la partenza di Monza e Silverstone è stata sorprendente, abbiamo ottenuto con facilità degli ottimi riscontri, e nonostante avessi avuto pochissimo tempo a disposizione per adattarmi alla vettura, in gara ho trovato il limite facilmente. Forse il punto più basso è stato quando, a Le Castellet, hanno comminato una penalità a mio avviso discutibile ad Engelhart. È stata l’unica occasione in cui non abbiamo fatto punti perché anche a Spa, nonostante il ritiro, nella prima metà di corsa eravamo al top”.

Cosa vi aspettate invece dal futuro?
Bortolotti: “Sicuramente continuerò con Lamborghini e puntiamo a riconfermarci campioni. Non nego che ci sono state occasioni come Daytona, Sebring o Spa, in cui sono venuto via contrariato. Il potenziale era altissimo, ma non abbiamo finalizzato il risultato. Adesso lavoreremo ancora più duramente per sistemare i dettagli, perché il risultato in pista è solo la punta dell’iceberg, c’è tutto un lavoro immenso dietro che non si ferma mai”

Caldarelli: “Attendo le disposizioni di Lamborghini per quanto riguarda i miei impegni europei. Sono orgoglioso di essere entrato a far parte di questa grande famiglia e di aver chiuso il nostro primo anno con un risultato così prestigioso. D’altra parte, sto ancora lottando per il titolo in Giappone, e questa sarà ovviamente la mia priorità nei prossimi mesi”.

Facile pensare che i due italiani saranno anche coloro che svilupperanno e porteranno in pista il progetto GTE di Lamborghini, su cui a Sant’Agata si lavora da oltre due anni, che dovrebbe essere impiegato sia in America (IMSA) che nel WEC, andando così a sfidare in campo mondiale costruttori come Ferrari, Porsche, Ford, BMW ed Aston Martin.