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31 Dic [14:29]

Stagione 2018 - I piloti Toro Rosso
Gasly sarà il Verstappen francese?
Hartley la strana scommessa di Marko

Massimo Costa - Photo 4

Sarà un anno decisamente interessante quello che la Toro Rosso vivrà nel 2018. Praticamente è tutto nuovo, piloti e motore. Un anno in cui si ricomincia da zero, come è nel DNA della Toro Rosso che dovendo allevare i piloti del programma Junior Red Bull non può certo fare programmi a lunga scadenza. Dunque, a Faenza si giocherà sulla scommessa Honda, su Pierre Gasly e sul redivivo Brendon Hartley. Tanti i punti interrogativi, ma anche gli spiragli di luce: e se la power unit giapponese finalmente sarà competitiva? E se Gasly sarà il nuovo Verstappen? E se Hartley dimostrerà di essere tutto un altro pilota rispetto a quando era giovane e arrembante?

Pierre Gasly
Sarà un campionato tutto da scoprire quello del 2018 per Gasly e per la Toro Rosso. L’accordo con la Honda non si sa bene cosa porterà e poi ci sarà da valutare il francese che quest’anno è stato inserito al posto di Kvyat disputando cinque corse. Nessun punto conquistato, ma sarebbe stato eccessivo aspettarsi qualcosa di più. Gasly si è comunque ben comportato e queste prime gare svolte saranno un bagaglio senza dubbio importante che si porterà ai test pre campionato di Barcellona. Gasly è praticamente l’ultimo prodotto del vivaio Red Bull che ha compiuto un significativo percorso nelle serie minori: campione Eurocup Renault, vice campione World Series Renault, campione della GP2, vice campione della giapponese Super Formula. Il piede è pesante insomma, diamogli almeno due anni di Toro Rosso (come da prassi consolidata, Verstappen a parte) per permettergli la giusta crescita e vedere se sarà il... Verstappen francese.

Brendon Hartley
E’ in F.1 e forse neanche lui ancora non se ne rende conto. Scherzi a parte, la storia di Hartley è qualcosa di incredibile e che conferma la voglia di inventarsi scommesse da parte di Marko. Proiettato al volante della Toro Rosso per le ultime quattro gare stagionali in quanto dopo il licenziamento di Kvyat e il passaggio di Sainz alla Renault, la squadra faentina si era ritrovata senza piloti. Hartley ha assolto con diligenza il suo compito mostrando che dalle LMP1, nel suo caso la Porsche, si può benissimo correre in F.1. Svanito l’effetto shock della sorpresa, Hartley ha ora tutto il tempo per prepararsi al 2018 e vedremo se il lungo periodo trascorso lontano dalle monoposto si farà sentire oppure se il neozelandese sarà fin da subito all’altezza dell’arduo compito che lo attende.