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“MI PIACE CORRERE

CONMACCHINE “ST

MATTIA TARGON

Spicca tra le macchine in fila per partire

la Honda Civic Type R. Unica, in mezzo a

una moltitudine di Renault Clio Rs Light.

Macchina inconsueta, che Mattia Targon

riesce a rendere vincente, in una Classe

affollata e competitiva come la “enne-

tre”. “A me piace correre con macchine

“strane” – conferma il ventottenne pilota

veronese, vincitore al rally Lirenas con

largo margine sulla concorrenza – tanto

è vero che ho iniziato a correre, nel 2007,

con una Alfa Romeo 33 gruppo A, con cui

ho fatto tre gare e che poi ho abbando-

nato, dopo averla stropicciata ben bene

in una uscita di strada…”. Con la Honda

Civic, Targon corre dal 2009 e ha sempre

gareggiato con la macchina “veneto-

giapponese”. “Definizione azzeccata,

direi … – sottolinea sorridendo Targon –

La preparazione della mia Honda viene

fatta, infatti, interamente nella officina

di mio papà Alessio, vicino a Verona. Che

non ha mai corso, ma ha sempre prepa-

rato auto da rally, è un grande appassio-

nato e un tecnico di prim’ordine. Motore,

assetto e tutto l’allestimento della vet-

tura è opera sua e ancora mio papà, in-

sieme ai ragazzi del nostro team AT

Racing, cura l’assistenza in gara. Lo

scorso anno abbiamo sottoposto la Civic

ad un rialzo totale e abbiamo rifatto, in

larga parte, la macchina. E per festeg-

giare il “lifting”, abbiamo colto subito un

quinto assoluto e primo di classe al rally

Benacus, gara di casa per me, che è il ri-

cordo più bello della mia carriera finora”.

Anche il rally Internazionale Lirenas ri-

marrà nella tua memoria? “ Sì, certo – ri-

sponde Mattia Targon – anche perché è

il mio primo risultato importante, alle se-

conda partecipazione ad un rally Inter-

nazionale. Con il mio fedele e preparato

navigatore Andrea Prizzon, dopo tante

gare nella nostra Zona, abbiamo deciso

di confrontarci con gare nuove, con

prove speciali più lunghe ed impegna-

tive, con altri piloti nella classe N3, al-

cuni dei quali molto forti. Nell’IRC poi

abbiamo trovato un clima fantastico e

professionale, e a Cassino c’era vera-

mente tanto pubblico, appassionato e fe-