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FORMULA 1
CLAIRE WILLIAMS
Claire, comese lastacavandonel suonuovoruo-
lo di team principal designata?
«
Mi piace ilmionuovo lavoro.Mi ritengo fortunata, fare
parte di questo mondo è davvero speciale. In fondo di
team principal non ce ne sono tanti in F.1, essere uno di
loro è incredibile. C’è molto da imparare e ci sono mol-
te responsabilità, un team deve affrontare molte sfide
ogni giorno, ma non vedo l’ora di dimostrare che posso
essere utile. Il mio obiettivo è questo».
Qual è la cosa più importante che ha imparato
in tanti anni di apprendistato con suo padre?
«
Che bisogna lavorare duro. Tutti conoscono quanto
Frank si è impegnato per fare di questo team quello che
è diventato. Ha faticato, ha lottato e ha sacrificato tante
cose nella vita per raggiungere quello che era il suo
sogno. I grandi traguardi non li conquisti senza metter-
ci impegno e fatica, e lui mi ha insegnato che niente è
facile, a meno che tu non abbia voglia di lottare e sacri-
ficarti. Ma che se lo fai un giorno sarai ricompensato».
Frank è noto anche per le sue opinioni e decise
e per come le esprime senza paura. A volte è
andatodel tutto controcorrente e si è reso la vita
ancora più difficile. Le ha forse consigliato di
essere un po’ meno anticonformista?
«
No, nonmi hamai parlatodi questo.MaFrankha sem-
pre dovuto proteggere il suo team e io voglio seguire il
suo esempio per fare al meglio gli interessi della squa-
dra. Può essere che epoche diverse richiedano condotte
diverse, ma lo scopo è sempre lo stesso».
Il suo obiettivo è di diventare un giorno team
principal a tutti gli effetti?Quali sono i sogni del-
la sua vita?
«
Da piccola ho frequentato una scuola cattolica per sole
ragazze e ho passato la mia vita pregando di non senti-
re la vocazione a diventare suora. Non è successo, ma
nell’ambiente in cui sono cresciuta la cosa più facile era
comunque che una donna si sposasse e avesse dei figli.
Quelle erano anche le mie aspettative e non avrei mai
pensatodi lavorare inF.1 ungiorno, figuriamoci di gesti-
re un team».
In cosa consiste esattamente il suo ruolo? Lei in
passato è stata a capo della comunicazione, poi
del marketing. Di cosa si occupa ora?
«
Il mio ruolo anche oggi comprende quegli impegni. Mi
occupo del lato commerciale, degli sponsor, cercando di
raccogliere fondi che consentano al team di correre. Ma
faccio anche tutto ciò che fanno gli altri team principal
nel paddock. Lavoro a stretto contatto con il nostro
direttore tecnico Mike Coughlan assicurandomi che il
reparto tecnico abbia tutto ciò che gli occorre per lavo-
rare al meglio. E poi seguo anche tutto ciò che a che fare
con il governo dello sport, trattando per il team i rap-
porti con FIA, FOM e FOTA».
Qual è il grado della sua competenza tecnica?
«
Sto imparando. E’ difficile, perché èun linguaggionuo-
vo per me. Ma è affascinante, e sono fortunata perché
sono cresciuta in questo sport e ho avuto così odo di
assorbire molte nozioni, senza peraltro sapere che un
giorno mi sarebbero state utili. Adesso vado alle riunio-
ni di aerodinamica, a quelle sulla strategia di gara e tro-
vo tutto molto interessante. Le persone che svolgono
questi compiti sono molto intelligenti, non credo che su
quelle questioni sarà mai in grado di discutere con loro
alla pari,ma anche solo far parte di tutto questo e “respi-
rare” certe informazioni è incedibile per me».
E’ lei che siede al tavolo in qualità di rappresen-
tante del team?
«
Dipende. Se Frank è presente alla gara, è lui a occupar-
sene. Altrimenti io lo faccio per lui».
Grazie a lei il numero di donne in questo tipo di riunio-
ni è raddoppiato, ora c’è lei accanto a Monisha Kalter-
borndella Sauber. Questo rende le cose più facili per lei?
«
A essere sinceri la Formula 1 ha sempre fatto parte del-
la mia vita e così sono diventata abbastanza insensibile
al cliché dei rapporti fra maschi e femmine, non ci ho
mai davvero pensato su. Lavoro in una industria domi-
nata dagli uomini e quando rappresento ilmio teamnon
fa differenza per me se nella stanza c’è un’altra donna o
no».
Il suo ex direttore esecutivo TotoWolff, che ora
è allaMercedes, avrebbe dovuto gestire il team:
la sua uscita ha creato un grosso vuoto?
«
Un momento: Toto non era quello destinato a gestire
il team, non era questo il piano. Abbiamo dovuto riem-
pire un vuoto, ed essendo Toto il direttore esecutivo,
parte integrante del nostro team, era naturale pensare
che avrebbe ricoperto quell’incarico. Ma non era previ-
sto che avrebbe sostituito Frank una volta che Frank si
sarebbe ritirato. Ho lavorato conWolff l’anno scorso ed
era bello sapere che lui c’era. E’ ancora un azionista del
team e sarebbe bello se volesse continuare ad esserlo,
ma ora credo abbia altre responsabilità».
Il team sta attraversando di nuovo acque agita-
te in campo tecnico. Comemai, dopo che il 2012
sembrava aver segnato una rinascita?
«
E’ una cosa che ci fa male. Perdere è doloroso, Non
abbiamo avuto l’inizio di stagione che ci aspettavamo.
Pensavamo di aver fatto alcuni progressi l’anno scorso
e ora stiamo cercando di capire cosa è capitato durante
l’inverno che ci ha ricacciato indietro, perché non riu-
sciremo a progredire fino a quando non avremo capito
cosa abbiamo sbagliato. Sarebbe comemettere una top-
pa al problema».
Qual è il suo giudizio sul vostro rookie Valtteri
Bottas?
«
E’ un grande. Calmo e tranquillo. Un tipico finlande-
se».
Frank ha sempre preferito un certo tipo di pilo-
ta, uno che fosse concentrato solo sulla pista e
non si preoccupasse della “politica”. Valtteri è
così?
«
Sì, lo è. Penso che abbiamo fra le mani un futuro cam-
pione del mondo, ma ovviamente dobbiamo fornirgli la