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FORMULA 1

Stoffel Vandoorne

Stefano Semeraro

Ha vinto da Terminator – sempre in testa, mai in dubbio, una sgasata e via appena Nico Rosberg

osava avvicinarsi – poi sul podio ha incontrato il Terminator original, ovvero Arnold Shwarzeneg-

ger. E ha attaccato pure lui: «Al cinema sembravi più alto». «Be', qui non ho messo i tacchi», gli

ha risposto sornione il divo.

Lewis Hamilton si è preso il primo GP della stagione – il 34esimo dalla carriera, il primo a Mel-

bourne dal 2008 - come tutti si aspettavano, e lo ha fatto con la strapotenza del più forte, del più

tranquillo. Altro che inquietudini della vigilia, altro che cuore distrutto e

mente in confusione per l'addio alla bella Nicole. E i proclami di guerra

di Rosberg? Sinceramente me ne infischio, avrebbe potuto dire Hamilton

imitando Clark Gable in via col vento. Il distacco di Rosberg è oscillato

fra il secondo e mezzo e i tre secondi e mezzo, mai si è avuta la sensa-

zione che Nicolino potesse mettere il muso davanti a quello del compa-

gno.

«Nico è stato veloce per tutta la gara», ha concesso magnanimo il cam-

pione del mondo in carica, spiegando poi quel è stata l'unica sua inquie-

tudine in pista: «Si è trattato soprattutto di tenere sotto controllo il

consumo di benzina e le gomme, perché nessuno sapeva bene quanto

sarebbero potute durare. Quando Nico si è avvicinato ho reagito, que-

sto è positivo». Poi è arrivata anche una bonaria stoccatina per la Fer-

rari. «E' stata una gara fenomenale per noi della Mercedes – ha buttato

lì Lewis – e ovviamente Vettel deve aver fatto un gran lavoro per ritro-

varsi lì». Cioè a 34”8 di distanza, più di mezzo minuto lontano dagli sca-

richi delle Mercedes. Mondiale già finito prima di cominciare? E'

veramente troppo presto, la Malesia sarà un test diverso e interessante,

inoltre il caso, come in tutte le vicende umane ha sempre un ruolo non

trascurabile anche in F.1, ma la tentazione di crederlo è forte. E non solo per la superiorità schiac-

ciante della Mercedes sul resto della concorrenza, basti pensare che anche con le gomme medie

contro le soft di Vettel, Hamilton in gara girava quasi mezzo secondo più veloce, ma anche per

l'agio con cui all'interno del team Hamilton ha tenuto a bada Rosberg.

Allontanatosi Schwarzenegger, a Melbourne all'inglese si è accostato subito un altro mito, Tiger

Woods: non nella realtà, ma nel paragone fra i due campioni coloured dello sport avanzato da

qualche giornalista. «Be', quando pensi a Tiger pensi a una leggenda – ha risposto Lewis – men-

tre io non ho mai pensato di esserlo. Sono cose a cui si pensa a carriera finita. Magari quando mi

sarò ritirato i miei figli potrebbero definirmi così...». Prima ci sono uno, o magari altri due titoli

mondiali da vincere. E se il buontempo si vede dall'Australia...

GP AUSTRALIA

Lewis Hamilt n