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Il fascino delle

grandi classiche

Fernando non ha mai nascosto di subire il fascino delle grandi

corse anche fuori dal recinto a volte asfittico del Circus: ad

esempio, ha fatto da starter a Le Mans e ci avrebbe anche

corso se Ron Dennis non glielo avesse proibito. Anche lui,

come direbbe Nico Rosberg, si è stancato di “girare in tondo

come un criceto”. Specie se risultati e soddisfazioni sono com-

parabili a quelli del roditore. Lui e la McLaren quest'anno in F.1

non andranno da nessun altra parte, insieme hanno pensato

che un successo sulla 'Brickyard' potrebbe risollevare, almeno

mediaticamente, le sorti di un marchio decisamente in crisi.

Tanto più che in Indycar si corre con delle Dallara e Alonso lo

farebbe anche con un motore Honda che in quel campionato

fa ben altra figura. Una scommessa romantica, nata dalla stizza

del purosangue che si sente addosso un briglia troppo stretta,

ma anche un azzardo, visto che non è affatto scontato che

Alonso farà a pezzetti la concorrenza sul superspeedway del-

l'Indiana, dove non ha mai guidato e non conosce le regole del

gioco. Per Alonso, comunque, una sfida all'altezza della sua

fama di campione mai contento, mai accomodante, mai soddi-

sfatto, con la prospettiva di dedicarsi poi al terzo tassello del

puzzle, la gara della Sarthe. Per la McLaren un salto (triplo?)

senza rete che tenta di mascherare il clamoroso flop in F.1. Per

tutti, l'obbligo di non perdersi (l'ultima?) battaglia dell'astu-

riano Alonso, generale senza paura rimasto anche senza un

esercito e ormai con poche guerre da combattere.