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GP MONACO

Lo sconfitto

Hamilton è fatto così, ogni tanto si appanna, poi nel Gran Premio suc-

cessivo si inventa il weekend della vita, come accaduto in Spagna, pole

e vittoria con duello contro Sebastian Vettel. Alti e bassi, up and down

che se poteva permetterseli quando la Mercedes non aveva rivali e il

suo unico uomo da battere era Nico Rosberg che non considerava più

di tanto (finché non lo ha fregato…), questa volta deve vedersela non

solo con Bottas, ma con il duo della Ferrari. Hamilton non è entrato

nel Q3 della qualifica perché non aveva segnato un tempo decente e

nel suo ultimo disperato tentativo, come un pilota da centro classifica

abituale, è stato fregato dall’incidente di Stoffel Vandoorne. E dire che

si era a Monaco, su una pista a lui congeniale, quel tracciato sul quale

il suo eroe Ayrton Senna ha scritto la storia della F.1. E che Lewis aveva

nel mirino per pareggiarne il numero delle pole. Alla vigilia di Monaco,

aveva raccontato che gli pareva incredibile avere la possibilità proprio

nel Principato di raggiungere un simile obiettivo, porre il suo nome a

fianco di quello di Senna nell’albo dei record delle pole conquistate in

carriera. Che sia andato in confusione anche per questo motivo? Sol-

tanto i suoi fantasmi possono rispondere. La difficoltà nel trovare l’as-

setto ideale alla sua W08 è la giustificazione raccontata nell’arco del

fine settimana monegasco. Ma possibile che un pilota come Hamilton,

una squadra con ingegneri validi quale è la Mercedes, non imbrocchi

il set-up per Monte-Carlo? E quando Bottas, dall’altra parte del box,

ha perso la prima fila per un niente, due millesimi, confermando che la

Mercedes dal passo lungo non soffriva nelle strette strade di Monaco?

Difficile da capire. Ci sbaglieremo, ma gli indizi, diversi indizi nel corso

della sua carriera, portano proprio a questa sentenza: al primo proble-

mino, Hamilton va nel pallone. Ricordate lo scorso anno quando accu-

sava la Mercedes di avergli cambiato i meccanici, quando si inventava

di tutto per giustificare alcune sue ingiustificabili prestazioni sotto

tono. Da Monte-Carlo, domenica pomeriggio Hamilton se ne è andato

con la coda tra le gambe, sconfitto inesorabilmente da Vettel, da Raik-

konen, da Bottas. Un settimo posto il suo che in ogni caso gli ha por-

tato punti importanti quando sarà ora di fare i conti pesanti. Fra 15

giorni ci sarà Montreal e Hamilton, ne siamo certi, sarà là davanti. Ma

nella remota ipotesi per cui dovesse ancora combattere con i propri

fantasmi, allora saranno guai seri per la Mercedes.