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11 Apr [15:49]

Austin - Il commento
Marquez Re, Iannone si riscatta

Jacopo Rubino

«Serve un’ottima accelerazione, al momento è una delle nostre debolezze. Vediamo come andrà». A rileggerle adesso, le prudenti dichiarazioni della vigilia di Marc Marquez fanno quasi sorridere, perché ad Austin è stato ancora una volta dominatore totale: leader in ogni turno di prove libere, autore della pole-position in qualifica, in testa per l’intera corsa. Unica concessione ai rivali, se così si può dire, nel warm-up effettuato con temperature più basse. Per il portacolori della Honda il “Circuit of the Americas” si conferma quindi un autentico feudo, dove in quattro edizioni è ancora l’unico re. E con la seconda vittoria in sette giorni, che lo lancia a 66 punti nel Mondiale, si può quasi parlare di una mini-fuga al vertice della MotoGP. Nei primi tre round in calendario, del resto, tutti gli antagonisti hanno già patito almeno una battuta d’arresto.

Marquez si gode la leadership
«In queste tre gare abbiamo sfruttato bene le situazioni che si sono presentate. La gioia della squadra dimostra il modo in cui stiamo lavorando», ha infatti dichiarato lo spagnolo, come a ricordare che l’esito dei test invernali non sembrava delineare una situazione tanto rosea. «Questa pista è una delle mie preferite, ma decidendo di usare la gomma più morbida all’anteriore abbiamo dovuto affrontare alcune incognite. Sapevo che dopo circa 15 giri avrei dovuto gestire il consumo, ma il team ha avuto ragione. Il cambiamento mi ha restituito il feeling che avevo un po’ smarrito al mattino».

Rossi fuori gioco dopo 24 gare
Negli Stati Uniti fa notizia anche lo zero di Valentino Rossi, fuori gioco già alla terza tornata. Il Dottore stava faticando nel tenere il ritmo quando è stato protagonista della scivolata in curva 2, primo colpo a vuoto dopo 24 gare consecutive: l’ultimo stop lo aveva registrato nel 2014 ad Alcaniz. «Allo start ho bruciato la frizione, slittava molto e ho perso terreno. Nonostante ciò mi sentivo a mio agio in sella. Mi sembrava che la frizione si stesse sistemando, ma forse sono entrato troppo forte. È stato un peccato», ha raccontato il centauro di Tavullia.

L'incredibile sfortuna di Dovizioso
E poi, l’incidente fra Dani Pedrosa e Andrea Dovizioso. L’iberico era in scia al ducatista per il terzo posto, quando in fondo al rettilineo principale ha perso l’anteriore in frenata. La sua RC213V, strisciando sull’asfalto, ha centrato in pieno la Desmosedici di uno sfortunatissimo Dovizioso, ancora ko senza colpe come a Termas de Rio Hondo. «Perdere due podi possibili su tre è l’aspetto più pesante da accettare in ottica di classifica. Ma poteva andare peggio, e non mi sono fatto male», ha commentato il forlivese, ovviamente deluso. «Mi dispiace molto per Andrea, sono contento che stia bene», ha sottolineato Pedrosa a capo chino. Non sono state parole di circostanza, perché il fantino catalano si è immediatamente sincerato delle condizioni del collega, e dopo il ritiro si è recato nel box Ducati a porgere le proprie scuse. Un gesto da vero sportivo, che gli fa decisamente onore.

Lorenzo e Iannone vanno sul podio
Detto della marcia solitaria di Marquez, a completare il podio sono stati così Jorge Lorenzo e Andrea Iannone, trovandosi privi di ostacoli nel cammino verso la bandiera a scacchi. Il maiorchino, almeno in qualifica, è sembrato l’unico capace di avvicinarsi a Marquez, e dopo un inizio aggressivo si è accontentato di una solida piazza d’onore. «Con la hard si scivolava parecchio, al primo giro ho fatto alcuni errori che di solito non commetto. Non ho potuto tenere il passo di Marc, ma era importante concludere e raccogliere questi 20 punti», ha spiegato il campione della Yamaha. Iannone, nella bufera a causa del “fattaccio” argentino con Dovizioso, si è tuffato in pista senza strafare e con un po’ di fortuna ha centrato il suo primo piazzamento in top 3 (e anzi, i primi punti in generale) del 2016. «Era fondamentale per me salire sul podio, ma soprattutto chiudere con un buon risultato. Spero che questo possa ripagare la Ducati per l’impegno nei miei confronti», ha detto l’abruzzese.

Lotta fra le Suzuki, Pirro buon ottavo
Un po’ più indietro, le due Suzuki hanno dato spettacolo nel contendersi la quarta posizione. A prevalere nella sfida interna è stato di nuovo Maverick Vinales, con Aleix Espargaro quinto, ma in crescita. Bene Scott Redding, sesto davanti a Pol Espargaro, che a fari spenti è ora quarto in graduatoria a quota 28. Bella prestazione da parte del pugliese Michele Pirro, ottavo: la sua esperienza da sostituto di Danilo Petrucci sulla Desmosedici targata Pramac si può ritenere più che positiva, dopo aver dimostrato di poter battagliare ad armi pari con i colleghi a tempo pieno.

Ancora tante cadute, le Michelin perdonano poco
Nel complesso il computo delle cadute in Texas è stato abbastanza cospicuo, senza aver praticamente risparmiato nessuno nell’arco del fine settimana. In gara ne sanno qualcosa anche Loris Baz, Cal Crutchlow e Bradley Smith, riusciti comunque a proseguire. Il prezzo più alto lo ha pagato Jack Miller, che in FP1 ha sofferto un infortunio al piede destro e ha dovuto dare forfait. La dinamica dei crash è stata tendenzialmente sempre la stessa, dovuta al repentino calo di aderenza dell’avantreno. È parere comune che i pneumatici Michelin perdonino meno gli errori rispetto alle vecchie Bridgestone, e la natura del tracciato di Austin, con saliscendi e varie curve nette, ha forse accentuato le differenze. Senza dimenticare il “quasi allarme” del venerdì, in cui la mescola più tenera ha sofferto al posteriore una eccessiva usura sul lato destro.