Page 3 - Dallara Magazine

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RIVOLUZIONE
ED EVOLUZIONE
L
A NUOVA
D
ALLARA
GP3
È ORA DOTATA DI UN VERO MOTORE DA CORSA E SI
INSERISCE PERFETTAMENTE IN UNA FILIERA CHE CONDUCE ALLA
GP2
E ALLA
F.1,
GRAZIE ANCHE AD UN LOOK PIÙ ACCATTIVANTE
-
MA GRAZIE AD UNA ACCORTA
PROGETTAZIONE CONSENTE AI TEAM DI CONTENERE MOLTO I COSTI
.
C
ON L
INGEGNER
L
UCA
P
IGNACCA
,
RESPONSABILE DEL PROGRAMMA
,
ESAMINIAMO TUTTI I DETTAGLI DI
UNA VETTURA CHE HA GIÀ RACCOLTO MOLTI CONSENSI FRA I TEAM
.
E
DIAMO UNO
SGUARDO AL PANORAMA PRESENTE E FUTURO DELLE MONOPOSTO
Qual è lo spirito con cui nasce la nuova GP3?
L’accento, ci sembra, è stato posto più
sull’evoluzione che sulla rivoluzione.
«
In realtà tutte due. C’è stata una grossa
rivoluzione per quanto riguarda il suo
posizionamento nello scenario delle monoposto,
fra F.3, Renault World Series e GP2. In termini di
prestazioni lo scatto è nettissimo: prima la GP3
era un po’ più veloce della F.3, ora si avvicina
alla GP2. Il gap è ancora notevole, volutamente,
ma si stacca nettamente dalla F.3. Una
rivoluzione dovuta soprattutto al nuovo
propulsore. Da un motore derivato dalla serie, 4
cilindri in linea turbo, si passa ad un vero
motore da corsa, 6 cilindri a V, anche se
anch’esso inizialmente derivato dalla
produzione. Si è però cercato di soddisfare
un’esigenza delle squadre, che come tutti
sentono le crisi e quindi non potevano
permettersi di comprare una macchina nuova. Ci
hanno chiesto di realizzare un kit, per limitare al
massimo i costi, e da questo punto di vista si
tratta sicuramente di una evoluzione
».
La carrozzeria ha un look decisamente più
simile a quello della sorella maggiore di GP2.
Quali sono stati gli altri interventi?
«
I punti su cui intervenuti sono diversi. Il rumore
della vecchia GP3, ad esempio, non piaceva ai
piloti, non piaceva agli sponsor, era percepito
come non adeguato, non accattivante. In altre
parole, faceva scadere il valore della serie agli
occhi del pubblico e degli addetti ai lavori. Il
nuovo motore ha risposto a pieno alle
aspettative, possiamo dire infatti che ha un
rumore molto simile a quello della GP2. Un altro
problema era che la macchina era troppo facile
da guidare: guardando le griglie dello scorso
anno di GP3 si trovavano 20 macchine in un
secondo. Per i talenti, insomma, era difficile
emergere. Abbiamo così aumentato parecchio la
potenza, passando da 270 cavalli a 400,
mantenendo però il resto molto simile. Le
gomme, ad esempio, non sono cambiate. Lei ha
accennato al look, e anche in questo senso
abbiamo ricevuto una richiesta precisa, cioè di
aumentare il “family feeling” rispetto alla sorella
maggiore, dando il senso di una filiera fra GP3,
GP2 e Formula 1. Credo che l’obiettivo sia stato
raggiunto: il cupolino è simile a quello della
GP2, come pure il musetto, e la macchina si è
anche allungata di 100 millimetri, a causa del
riposizionamento del serbatoio dell’olio nella
campana fra motore e cambio, mentre prima era
in posizione laterale e fra l’altro più esposto in
caso di incidente».
L’aerodinamica è un settore essenziale della
progettazione: dove siete intervenuti?
«
La carrozzeria è tutta nuova, tranne il telaio
ovviamente. Ma le ali sono quelle di prima: le
squadre non dovranno comprarle. “Carry over”
come si dice, in gergo. Sempre nel quadro della
riduzione dei costi».