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ISTRUZIONE
Dottor Di Gregorio quando è iniziato e come si
è sviluppato il rapporto fra la Dallara e il
mondo dell’università?
«
Il rapporto fra Dallara ed il mondo
accademico risale a molto tempo fa. Io sono
entrato in azienda nella seconda metà del 2007
e già allora i legami erano molto forti, grazie
all’interessamento in prima persona
dell’ingegner Dallara e di alcuni nostri dirigenti,
nonché grazie alla collaborazione dei docenti
universitari stessi. Oggi ci rivolgiamo
all’università sostanzialmente per la ricerca di
figure di tipo tecnico. Negli ultimi anni siamo
cresciuti molto nelle aree che rappresentano le
nostre tre “nicchie di conoscenza”: la
progettazione, l’aerodinamica e la dinamica del
veicolo. Per dare qualche dato: a inizio 2007
l’azienda, intesa come gruppo, aveva circa 110
dipendenti, oggi siamo 200 persone,
considerando anche i 13 colleghi che lavorano
alla sede di Indianapolis, negli Stati Uniti. E’
stato uno sforzo considerevole, sia in termini
organizzativi, che in termini di investimento
economico».
Esattamente che tipo di profili avete ricercato?
«
Per la parte progettazione, soprattutto giovani
neolaureati in ingegneria meccanica, o
aerospaziale. Per l’aerodinamica è necessaria
una laurea specialistica in aerodinamica ed a
seconda che si entri nel settore della galleria del
vento, o in quello relativo al CFD (aerodinamica
numerica, simulata al computer) valutiamo
anche il tipo di tesi svolta dai ragazzi. Per
quanto riguarda la dinamica veicolo è
importante una laurea specialistica in veicoli
terrestri, o autoveicoli. Con l’arrivo del
simulatore abbiamo però inserito anche
ingegneri informatici».
Ma, come lei dimostra, si può entrare in
Dallara anche con una laurea in filosofia…
«
Nel mio caso specifico sì, ma mi ritengo molto
fortunato… Tenga conto che su 180 dipendenti
della sede centrale 80 sono laureati: oltre
settanta dei quali in ingegneria, sei in
economia, uno in lingue e uno in filosofia.
Pertanto non consiglierei un percorso simile al
mio a chi vuole lavorare in Dallara!».
Perché vi rivolgete soprattutto ai neolaureati?
«
Siamo convinti di poter offrire, nelle tre aree
che ho citato prima, una nostra “scuola
interna”, in grado sia di formare tecnicamente,
sia di sviluppare il potenziale dei giovani,
permettendo, tra l’altro anche all’azienda di
crescere nel contempo insieme a loro. I
neolaureati possono mancare di esperienza, ma
spesso su di loro non gravano le sovrastrutture
mentali che, invece, nelle persone con maggiore
esperienza si sono sedimentate nel tempo. Ne è
una conferma l’esempio che porta spesso
l’ingegner Pontremoli a proposito del nuovo
simulatore di guida realizzato fra il 2009 e il
2010.
Quando si è creato il gruppo di lavoro
dedicato, tutti ci dicevano che era impossibile
costruire un “macchinario” come volevamo noi,
quindi con la possibilità di testare, attraverso
una serie di modelli matematici, vetture che
non erano ancora state costruite. Allora, si è
deciso di assumere una quindicina di
neolaureati, che non sapevano che era
impossibile farlo e che lo hanno realizzato!
Un secondo motivo è che noi operiamo nel
settore del motorsport, ma dobbiamo fare
profitti, o attraverso la costruzione di vetture da
corsa, o attraverso l’attività di consulenza che
svolgiamo per clienti prestigiosi. Rispetto ad un
team di F.1, per esempio, abbiamo un oggetto
simile, cioè la vettura da competizione, ma da
questo oggetto dobbiamo avere dei ricavi:
infatti non siamo né pagati dagli sponsor, né
abbiamo alcun tipo di sovvenzione dall’esterno.
Questo significa che chi lavora in Dallara deve
avere sempre presente l’importanza
dell’obiettivo da raggiungere in termini di
prestazione, cioè l’efficacia, ma senza
dimenticare l’aspetto relativo ai costi, cioè
l’efficienza. Insomma, serve una grande abilità
nel bilanciare costi e benefici. Sviluppare questa
sensibilità con chi non ha mai lavorato
nell’ambiente tipico del motorsport, nel quale
la prestazione è ricercata (spesso)
indipendentemente da altre variabili, dà
maggiori risultati.
Un’ultima considerazione, ma non meno
importante, è che puntiamo sulla “persona”.
Per quanto riguarda l’area della selezione e
sviluppo, cerchiamo di fare nostro il principio
hire for attitude and train for skills”, cioè
assumiamo la persona alla luce delle sue
attitudini, abilità naturali e la formiamo per
consentirle di sviluppare ed esplicitare
determinate capacità. Il professionista esperto,
inteso in senso tecnico, può non essere una
persona “stile Dallara”, caratterizzata, cioè da
valori distonici rispetto a quelli che ci
contraddistinguono e questo può portare a
comportamenti e situazioni critici e difficili da
modificare. Invece, se puntiamo sulla “risorsa
giusta” per quanto riguarda gli aspetti più soft
(
cioè in termini di attitudini e di competenze
relazionali), anche se la persona non ha molta
esperienza, potremo “costruire il professionista
a partire dall’uomo”».
Ci può fornire qualche dato sulle assunzioni?
«
Il reparto progettazione cinque anni fa aveva
circa 23-24 persone, oggi sono più di 50. Nella
ricerca e sviluppo/dinamica del veicolo,
lavoravano 4-5 persone, oggi siamo a 20.
L’aerodinamica contava 20 addetti, oggi sono
fra i 40 e i 50, a seconda dei picchi di lavoro.
Questo dà un’idea del processo di selezione e di
inserimento, principalmente di neolaureati,
avvenuto negli ultimi anni».
Qual è la provenienza geografica dei
neoassunti?
«
Provengono un po’ da tutta Italia. Come
bacini regionali fino a poco tempo fa
mancavano la Val d’Aosta, la Basilicata e il
Molise, ma ora abbiamo inserito un ragazzo di
Campobasso che ha studiato a Torino quindi lo
scacchiere italiano è quasi completo! Arrivano
ragazzi anche dall’estero: per l’area
progettazione i nostri atenei di riferimento sono
storicamente Torino, Milano, Parma. Per
l’aerodinamica Milano, Pisa, Torino e la sede
distaccata di Forlì dell’ateneo di Bologna. Per
quanto riguarda la dinamica veicolo
principalmente Pisa, Milano e Modena-Reggio
Emilia per quanto riguarda la laurea in veicoli
terrestri/autoveicoli. Devo aggiungere però che
ci sono atenei come Brescia e Padova che, per
quelle che sono le nostre esigenze,
rappresentano sempre più un importante punto
di riferimento. Negli ultimi 4-5 anni abbiamo
attivato convenzioni con una quindicina di
atenei italiani: Bologna, Brescia, Cagliari,
Camerino, Milano, Modena-Reggio Emilia,