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ANDREA PONTREMOLI
Ingegner Pontremoli, il 2012 è stato un
anno ricco di soddisfazioni per Dallara.
Quale è il suo bilancio? Di quale traguardo è
più fiero?
«
Il bilancio è positivo. Il traguardo di cui sono
più fiero è l’introduzione della nuova IndyCar
che cambiava dopo nove anni di onorato
servizio. La nuova vettura, con un costo
notevolmente ridotto, ha introdotto
innovativi concetti di sicurezza e di
aerodinamica, ha migliorato la guidabilità e
la facilità di sorpasso per rendere più
piacevole lo spettacolo. Tutti questi
cambiamenti hanno portato a qualche
contrasto all’inizio, ma a fine campionato è
stato riconosciuto che quanto introdotto ha
portato valore alla serie. Un altro traguardo
importante è il simulatore, che è sempre più
usato da noi ed altri OEM per sviluppare
nuovi prodotti e dai team di tutte le categorie
per migliorare le performance in pista».
Sviluppo e territorio: come si radica la
presenza della Dallara nella realtà
industriale dell’Emilia Romagna e dell’Italia
in generale?
«
Ripeto una frase che dico spesso, ovvero che
in un mondo globale la competizione non è
più tra singole aziende, ma tra sistemi
territoriali che si contenderanno il futuro.
Un’azienda non può essere competitiva se
non lo è il territorio in cui opera. Per questo
stiamo cercando di aumentare il sapere di
tutto il territorio, lavorando con scuole ed enti
di formazione per sviluppare competenze che
servono a noi, ma anche a molte imprese a
noi vicine. Stiamo avendo un ottimo riscontro
dalle istituzioni e, come aziende, ci stiamo
aggregando per un progetto futuro che
restituisca speranza alla gente. In momenti
così negativi, la crisi ci sta aiutando a pensare
in maniera nuova e diversa».
A proposito di crisi, qual è la ricetta della
Dallara per sconfiggerla?
«
In periodi di difficoltà, tutto quello che
funzionava prima non è più garanzia di
successo e uno dei più grandi valori della crisi
è che forza il pensiero. Occorre ripensare
completamente quello che facciamo, dalla
ricerca alla progettazione, dalla produzione
alla tipologia di prodotti e servizi che
portiamo sul mercato.
Un esempio per noi è stato il simulatore che
ha cambiato il modo di pensare e progettare
una vettura. Altro esempio è l’aerodinamica
che è sempre più uno degli elementi chiave
nella performance di una macchina; stiamo
lavorando su nuove idee per rendere più
efficiente l’intero processo: dall’idea al
modello alla prova in galleria».
Come procede il rapporto con l’università e
la scuola?
«
Università e scuola sono elementi essenziali
per creare vantaggio competitivo e dunque
dobbiamo legarci sempre di più: le imprese
dando input su quali competenze serviranno
in futuro, il mondo dell’educazione portando
gli studenti vicini alle realtà produttive con
visite e tirocini, in modo che possano
orientarsi meglio e capire quale può essere il
loro contributo nel mondo del lavoro.
Dobbiamo riportare la cultura del mestiere, il
saper fare qualcosa».
In America la presenza Dallara si è
ulteriormente consolidata: quali saranno i
passi futuri in quella realtà?
«
Gli Stati Uniti sono un ponte per portare
quello che si è sviluppato in Italia in termini
di prodotti e servizi, ma anche per ricevere le
richieste di un mercato avanzato come quello
americano. I primi riscontri sono buoni,
siamo all’inizio, dobbiamo dimostrare tutto il
nostro valore».
A quali nuovi mercati l’azienda guarda con
più interesse? E con quali progetti?
«
Stiamo guardando ai paesi emergenti. Un
mese fa è partita una nuova formula in India
e stiamo ricevendo feedback positivi, stiamo
sviluppando la Super Formula per il
Giappone, abbiamo preso contatti in Sud
Corea e negli Emirati Arabi per campionati
con il nostro Formulino. Fondamentale poi
sarà l’apporto degli Stati Uniti nella nostra
strategia di internazionalizzazione, dove gli
ambiti aeronautico ed automotive sono tutti
In periodi di difficoltà, tutto
quello che funzionava prima non
è più garanzia di successo e uno
dei più grandi valori della crisi
è che forza il pensiero. Occorre
ripensare completamente quello
che facciamo, dalla ricerca alla
progettazione, dalla produzione
alla tipologia di prodotti e servizi
che portiamo sul mercato”