Page 5 - Dallara Magazine

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da esplorare e dove possiamo avere grandi
margini di sviluppo».
Innovazione è sempre stata una parola
chiave per Dallara. Ci può dare un’idea dei
campi sui quali la Dallara si impegnerà a
innovare nel prossimo futuro?
«
Continueremo ad impegnarci sui nostri tre
pilastri: i materiali compositi in fibra di
carbonio, l’aerodinamica e la dinamica del
veicolo. Per quanto riguarda il primo campo,
aumenteremo la ricerca nell’ambito dei crash
dinamici, degli studi di fatica e degli
incollaggi, trovando nel contempo nuovi
ambiti di applicazione, senza dimenticare lo
sviluppo di nuove tecnologie produttive. Con
riferimento all’aerodinamica, sarà essenziale
migliorare l’efficienza della galleria del vento
e legarla sempre più al simulatore, non
tralasciando l’aerodinamica numerica (CFD)
dove l’evoluzione dei super-computer e dei
software stanno creando opportunità
inimmaginabili fino a poco tempo fa. Infine,
la dinamica del veicolo, ed il simulatore in
particolare, sono campi aperti per lo sviluppo:
il limite non è tecnologico, è solo nella nostra
testa, nella fantasia dei possibili utilizzi».
A proposito di simulatore, lo strumento è
sempre più utilizzato da team e piloti. Sono
previste novità per il 2013?
«
Mentre fino ad ora abbiamo sviluppato
alcuni elementi della macchina al
simulatore, per la prima volta stiamo
sviluppando un’intera macchina, nello
specifico la Formula Nippon, in modo
virtuale, usando il simulatore fin dalla fase
di progettazione: il pilota potrà guidare una
vettura che non è mai stata costruita».
La collaborazione con Alessandro Zanardi
per le Paraolimpiadi di Londra ha avuto un
meraviglioso compimento. E’ un’esperienza
che avrà un seguito?
«
Con Zanardi ne stiamo parlando. Ci
piacerebbe lavorare su un progetto di
handbike disponibile a tutti, basato
sull’esperienza che abbiamo fatto insieme. Se
son rose, fioriranno».
Formula 3, GP2, GP3: come vede il futuro
delle categorie per monoposto
propedeutiche alla F.1?
«
Questo mondo sta cambiando molto, c’è
un’attenzione sempre più esasperata ai costi
e la necessità di essere più attrattivi per la
gente. La cosa che ritengo importante è far
avvicinare le giovani generazioni al
motorsport attraverso le nuove tecnologie (i
social network, i videogame ecc..) con
l’obiettivo di rendere partecipe ed interattivo
il pubblico».
Cosa ci può dire dell’avventura che sta
iniziando nella Super Formula giapponese?
«
Per noi è una bella sfida entrare attraverso
la porta d’ingresso del mercato del
motorsport giapponese. Dovremo dimostrare
di fornire una macchina affidabile, sicura,
divertente da guidare, ad un costo contenuto.
Sembra una ricetta semplice, ma è molto
complessa da realizzare».
Vedremo prima o poi nascere una Dallara
pensata per l’automobilista di tutti i giorni?
«
E’ nelle nostre intenzioni costruire una
autovettura in piccolissima serie che
racchiuda il DNA Dallara: una macchina
sportiva, che coniughi l’emozione della pista
con il piacere di una gita fuori porta, ad un
costo accessibile. Abbiamo già abbozzato le
prime idee di progetto, la vettura sarà molto
leggera grazie all’uso della fibra di carbonio,
l’aerodinamica sarà molto efficiente e
favorirà grandi prestazioni in pista con un
consumo ridotto».
La Dallara ha in mente di allargare il suo
interesse a settori esterni al motorsport?
«
Sì, rimanendo però ancorati alle nostre tre
competenze distintive: la progettazione e
produzione usando materiali compositi,
l’aerodinamica e la dinamica del veicolo.
L’ambito di utilizzo di queste tre nicchie di
conoscenza è molto ampio e va al di là del
motorsport. In ogni caso, non perderemo mai
la nostra anima racing che ci spinge sempre
a fare cose con passione».
Alessandro Santini